Mi pare importante, ancora, sottolineare la valenza apostolica, missionaria ed apologetica delle apparizioni mariane che deriva dal fascino che il discorso sulla Madonna e, soprattutto sulle sue apparizioni nel mondo, esercita sulle persone. È un discorso intimamente collegato a quello della fede e ne costituisce come un logico sviluppo-complemento.
La gente comune, infatti, davanti a queste tematiche, si sente generalmente più disponibile ad ascoltare, più aperta al discorso sulla Fede e sul soprannaturale. Le trasmissioni televisive e i libri più letti su tematiche cattoliche sono generalmente, infatti, quelli su miracoli e apparizioni.
Per cui le apparizioni mariofanie possono spesso costituire un efficace veicolo per trasmettere contenuti di Fede di valore, superando le abituali barriere culturali e spirituali che spesso impediscono agli apostoli di raggiungere le anime.
È un discorso, questo, che ha fatto Messori nel suo best-seller Ipotesi su Maria (1), in cui presentava un interessante sondaggio risalente a diversi anni fa:
« Da una ricerca sulla religiosità degli italiani realizzata dall’università Cattolica di Milano con il sostegno della Cei […], su un campione di 4.500 italiani, fra i 18 e i 74 anni, in 166 comuni della penisola, risulta che il 55,7 per cento degli interpellati ritiene che le apparizioni della Madonna a Lourdes e Fatima “sono segni della presenza di Dio in mezzo agli uomini”, mentre il 29,4 si dichiara incerto, ma possibilista. Se si confrontano questi dati con le risposte ad altri quesiti (la resurrezione dei morti: solo il 27,5 per cento ci crede; la Chiesa Cattolica è un’organizzazione voluta e assistita da Dio: il 41,5 dice sì), non si può non vedere l’importanza del culto mariano nella popolazione italiana. Del resto, sempre la stessa indagine ci dice che il 46,8 per cento degli italiani nelle sue preghiere si rivolge alla Madonna e solo il 38,2 a Cristo ».
Vittorio Messori, dopo aver presentato questi dati statistici, trae le opportune conclusioni, avanzando un intelligente “suggerimento pastorale”:
« Perché non far leva proprio sulla straordinaria fiducia che la gente (giovani compresi) ripone nella verità di luoghi come Fatima e Lourdes? Perché non partire da lì per una ri–evangelizzazione che potremmo dire “deduttiva”: dalla realtà di quei fatti, cioè, alle verità di fede che presuppongono e che confermano? » (2).
Infatti, se si considerano le apparizioni mariane in generale questa “ri-evangelizzazione deduttiva” (per la serie: se sono vere le apparizioni, la Religione cattolica è l’unica vera religione e bisogna credere come verità tutto quello che ci dice la Madonna) pare possibile, costituendo esse molto spesso un ripasso attualizzante di tutta la Fede Cattolica.
Da ciò scaturisce, logicamente, che l’insegnamento della Chiesa Cattolica è tutto vero e interpella ogni uomo “qui” e “adesso”. Non è vera qualche altra “chiesa” o qualche altra religione, filosofia religiosa o setta, altrimenti la Madonna non verrebbe a ricordare le verità della Chiesa Cattolica ma gli insegnamenti di queste ultime. Meglio ancora, non sarebbe Lei a venire sulla terra, ma si presenterebbero nel mondo Maometto, Budda, Confucio… ma, come è evidente, ciò non avviene né mai avverrà!
La Chiesa Cattolica, in tal modo, risulta infallibile, secondo la promessa del Divin Maestro a san Pietro (cf Mt 16,18-19), l’unica « colonna e fondamento della verità » (1Tm 3,15) che ci insegna ciò che è necessario per la nostra salvezza.
Ecco, allora, quel metodo di ri-evangelizzazione deduttiva che è possibile adottare perché, a ben valutare, potrebbe costituire una sfida ed un’occasione per la Chiesa impegnata nell’annuncio missionario ai vicini e ai lontani.
Note:
1) Ares, Milano 20156, pp. 6-672.
2) Citato da R. Polese, Il culto di Maria resiste al tempo, in Corriere della sera, 26.01.2016.