Il messaggio di La Sallette ci dà l’occasione di riflettere brevemente su un fenomento abbastanza frequente nelle recenti manifestazioni mariane ovvero quello del pianto, delle lacrime della Vergine Santissima. I pastorelli di La Salette hanno dato la loro congiunta e lapidaria testimonianza: « Ha pianto tutto il tempo che ci ha parlato ».
Come è stato opportunamente considerato « le lacrime della Madonna a La Salette potrebbero essere paragonate in qualche modo al sudore di sangue di Cristo nel Getsemani. Gesù è morto per i nostri peccati – e quindi ci ha esplicitato il suo infinito amore –, però tale amore non è compreso, non è accolto, viene persino rifiutato […] Perciò le lacrime della Madonna stanno a indicare la nostra non corrispondenza alla grazia, cioè il rifiuto che opponiamo alla misericordia di Dio. Sono lacrime di dolore che Ella versa su di noi, sui suoi figli che vivono nel peccato, perché Maria non può forzare alla conversione, ma può soltanto esprimere l’amarezza per il rifiuto del dono dell’amore »[1].
Il Papa Pio XII, il 17 ottobre 1954, diffuse nel mondo un bellissimo radiomessaggio riferendosi alle lacrimazioni di un statuetta di gesso della Vergine in Sicilia, a Siracusa, avvenute nel 1953 dicendo tra le altre cose:
« Senza dubbio Maria è in cielo eternamente felice e non soffre né dolore né mestizia; ma Ella non vi rimane insensibile, che anzi nutre sempre amore e pietà per il misero genere umano, cui fu data per Madre, allorché dolorosa e lacrimante sostava ai piedi della Croce, ove era affisso il Figliuolo. Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh le lacrime di Maria! Erano sul Golgota lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati del mondo. Piange Ella ancora per le rinnovate piaghe prodotte nel Corpo mistico di Gesù? O piange per tanti figli, nei quali l’errore e la colpa hanno spento la vita della grazia, e che gravemente offendono la maestà divina? O sono lacrime di attesa per il ritardato ritorno di altri suoi figli, un dì fedeli, ed ora trascinati da falsi miraggi fra le schiere dei nemici di Dio?»[2].
Papa san Giovanni Paolo II, da parte sua, il 6 novembre 1994 pronunciò un discorso in occasione della consacrazione solenne del santuario della “Madonna delle Lacrime” di Siracusa spiegando con chiarezza:
« Le lacrime della Madonna appartengono all’ordine dei segni: esse testimoniano la presenza della Madre nella Chiesa e nel mondo […].
Sono lacrime di dolore per quanti rifiutano l’amore di Dio, per le famiglie disgregate o in difficoltà, per la gioventù insidiata dalla civiltà dei consumi e spesso disorientata, per la violenza che tanto sangue ancora fa scorrere, per le incomprensioni e gli odi che scavano fossati profondi tra gli uomini e i popoli.
Sono lacrime di preghiera: preghiera della Madre che dà forza ad ogni altra preghiera e si leva supplice anche per quanti non pregano perché distratti da mille altri interessi o perché ostinatamente chiusi al richiamo di Dio.
Sono lacrime di speranza che sciolgono la durezza dei cuori e li aprono all’incontro con Gesù Cristo Redentore, sorgente di luce e di pace per i singoli, le famiglie, l’intera società»[3].
Dalle parole congiunte dei due Pontefici si possono ricavare due verità fondamentali:
- il peccato non è mitologia medievale che si ripete alle gente per imprigionarle in un falso moralismo, ma una realtà drammatica e verissima capace di trafiggere in questo modo il Cuore della nostra Madre celeste;
- nonostante tutto, la Maria Madre spirituale dell’umanità, non l’abbandona bencè peccatrice ed infedele; la segue maternamente e le rivolge le sue parole e le sue lacrime. Cosa, questa, di grande consolazione; è allora vero che dal fenomeno per sé drammatico delle lacrime della Madonna a La Salette « sgorga anche un messaggio di positività, laddove gli uomini raccolgono l’invito alla conversione costantemente riproposto dalla Vergine »[4].
Note:
[1] L. Fanzaga – S. Gaeta, La firma di Maria, pp. 33-34.
[2] Venerabile Pio XII, Radiomessaggio, 17 ottobre 1954, in http://www.vatican.va.
[3] San Giovanni Paolo II, Omelia, 6 novembre 1994,nn. 7-11, in occasione della Celebrazione eucaristica per la dedicazione del santuario della Madonna delle Lacrime, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XVII/2 (1994) 637-640 [635-640].
[4] L. Fanzaga – S. Gaeta, La firma di Maria, p. 131.