Assodato che la conversione integrale è il fondamento della collaborazione umana alla volontà di Dio di stabilire sulla terra il suo regno di Pace, si capisce senza troppa difficoltà anche il ruolo e la parte che la consacrazione al Cuore Immacolato gioca per affrettare la venuta del Trionfo. Perché?
Perché è esperienza comune di chi si impegna nella vita di perfezione rendersi conto che correggere la propria vita in maniera davvero autentica e radicale è un po’ come voler spostare una grossa montagna. Bisogna fare i conti con una natura ribelle, con una debolezza costitutiva dell’uomo, che porta su di sé le conseguenze del peccato originale, personale e sociale (1). Queste conseguenze sono tali che facevano esclamare all’Apostolo delle genti:
« Acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? » (Rm 7, 22-24).
È necessario trovare, dunque, un mezzo efficace in grado di sostenere la buona volontà dell’uomo perché possa più facilmente e perfettamente vivere una vita nuova in Cristo come possa piacere al Signore. Questo mezzo efficace, anzi efficacissimo è la consacrazione a Maria. In effetti la consacrazione, spingendo al massimo l’impegno del consacrato nella pratica della vita cristiana e nell’esercizio delle virtù e facendo donare tutto totalmente all’Immacolata che è la Mediatrice della grazia – e dunque anche di tutte le grazie necessarie alla santificazione –, risulta lo strumento migliore per « tradurre il mistero dell’Immacolata nelle anime » (san Massimiliano Kolbe), per tradurre il mistero del suo Cuore Immacolato nelle anime, mistero di trionfo della grazia e annientamento del peccato:
« Io la intendo a questo modo: l’Immacolata è la Mediatrice di tutte le grazie. Ora, ogni conversione e santificazione è opera della grazia; avvengono, perciò, per mezzo dell’Immacolata. Quindi, quanto più un’anima si avvicina all’Immacolata, tanto più abbondantemente attinge alle grazie, sia di conversione che di santificazione. […]. E ancora: il maggiore avvicinamento possibile è la consacrazione illimitata » (2).
La consacrazione mariana è la via della devozione mariana compresa e vissuta nel suo grado sommo ed è proprio questa che fa la differenza decisiva per l’instaurazione del Trionfo sia ad intra che ad extra.
L’instaurazione del Trionfo ad intra
L’instaurazione del Trionfo ad intra (nelle singole anime) corrisponde alla perfetta conversione e santificazione degli individui, frutto e opera della grazia. La Tradizione dei Padri, dei santi, dei Dottori, dei pontefici, insegna che « nell’economia della grazia, la Madonna è il “Collo” del Corpo mistico del quale nostro Signore Gesù Cristo è il Capo, perché tutto passa attraverso di Lei. L’immagine è assolutamente vera nella vita spirituale. Un individuo che ha poca devozione per la Madonna è come uno che abbia una corda al collo e conservi soltanto un filo di respiro. Quando non ha nessuna devozione, muore per asfissia. Invece, avendo una grande devozione il collo resta completamente libero e l’aria penetra abbondantemente nei polmoni, così che l’uomo può vivere normalmente » (3).
Sicuramente questa è una delle ragioni più fondamentali per cui il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria. La devozione al suo Cuore ci porterà tutte le grazie di cui abbiamo bisogno per emendare pienamente la nostra vita. Questo in modo facile, breve, sicuro, perfetto, poiché la “via mariana” è, come spiega il Montfort, « una via facile, aperta da Gesù Cristo per venire a noi e sulla quale nessun ostacolo impedisce di giungere a lui. In verità, l’unione con Dio si può raggiungere anche per altre strade, ma con maggiori croci e morti dolorose, con più difficoltà ardue a superarsi. Occorre passare per notti oscure, per strane lotte e agonie, per erte montagne, fra spine pungentissime e in mezzo a deserti spaventosi.
Sulla strada di Maria, invece, si cammina più soavemente e più tranquillamente. Certo, anche su di essa non mancano aspre lotte da sostenere e grandi difficoltà da superare. Ma ella, amabile Madre e Sovrana, si fa così vicina e presente ai suoi fedeli servi per rischiararli nelle loro tenebre, illuminarli nei loro dubbi, rassicurarli nei loro timori, sostenerli nei loro combattimenti e nelle loro difficoltà, che davvero questa strada verginale per trovare Gesù Cristo, a paragone di ogni altra, è una via di rose e miele. […]
Questa devozione alla santissima Vergine è una via breve […] sia perché non ci si smarrisce, sia perché – come ho detto or ora – si cammina in essa con più gioia e facilità e, quindi, con maggiore speditezza […].
Questa forma di devozione alla santissima Vergine è una via perfetta […] perché la divina Maria è la più perfetta e la più santa fra le semplici creature. E Gesù Cristo, venuto a noi in modo perfetto, non prese altra strada per questo suo grande e meraviglioso viaggio. […].
[Infine,] questa devozione alla santissima Vergine è una via sicura » sia perché « questa pratica […] non è nuova. È anzi, così antica che […] non se ne possono indicare esattamente gli inizi. È certo […] che nella Chiesa se ne hanno tracce da più di settecento anni»; sia perché «è un mezzo sicuro per andare a Gesù Cristo. È, infatti, compito proprio della santa Vergine condurci sicuramente a Gesù Cristo, così come è compito proprio di Gesù Cristo condurci sicuramente all’eterno Padre (4).
La devozione-consacrazione a Maria è, quindi, « una via facile, per la pienezza della grazia e dell’unzione dello Spirito Santo di cui è ricolma. Camminandovi, non ci si stanca né s’indietreggia. È una via breve: in poco tempo ci conduce a Gesù Cristo. È una via perfetta: sul suo percorso non c’è fango, né polvere, né la minima sozzura di peccato. Infine, è una via sicura, per la quale si giunge a Gesù Cristo e alla vita eterna in modo diritto e sicuro, senza deflettere né a destra né a sinistra. Prendiamo dunque questa strada e in essa camminiamo giorno e notte, sino alla pienezza dell’età di Gesù Cristo » (5).
L’intima relazione che intercorre tra grazia, santificazione e mediazione di Maria Santissima è evidenziata ottimamente dal Monfort. Nell’introduzione al Segreto di Maria (6), con un ragionamento semplice e inoppugnabile, spiega la « necessità di trovare Maria per trovare la grazia e quindi la santità », frutto di una piena e autentica conversione:
« O anima, immagine vivente di Dio e riscattata dal Sangue prezioso di Gesù Cri sto, il tuo Signore vuole che tu diventi santa come Lui in questa vita, e gloriosa come Lui nell’altra. L’acquisto della santità di Dio è la tua sicura vocazione; a questo devono dunque mirare tutti i tuoi pensieri, tutte le tue parole, tutte le tue azioni, tutte le tue pene, e tutti i movimenti della tua vita, altrimenti tu resisti a Dio, non facendo ciò per cui ti ha creata e ti conserva.
Oh, opera stupenda! Ma opera difficile in se stessa ed impossibile con le sole forze della natura. Dio solo, con la sua grazia, e una grazia copiosa e straordinaria, può venirne a capo […].
Come farai tu, anima predestinata? Di quali mezzi ti servirai per salire dove Dio ti chiama?
I mezzi di salvezza e di santità sono noti a tutti, sono scritti nel Vangelo, sono spiegati dai maestri della vita spirituale, sono praticati dai Santi e necessari a quanti vogliono salvarsi e giunge re alla perfezione; essi sono l’umiltà del cuore, la preghiera continua, la mortificazione universale, l’abbandono alla divina Provvidenza, la conformità alla volontà del Signore.
Per servirsi di tutti questi mezzi di salvezza e di santità, la grazia del soccorso di Dio è assolutamente necessaria, e questa grazia è concessa a tutti più o meno grande: nessuno ne dubita.
Dico più o meno grande, poiché il Signore, benché d’infinita bontà, non concede a tutti nella stessa misura ed intensità la sua grazia, sebbene a ciascuno ne dia a sufficienza. Ora, l’anima fedele con una grazia grande fa una grande azione, e, con una grazia debole, ne fa una piccola; quindi il valore e l’eccellenza delle nostre azioni sono in proporzione del valore e dell’eccellenza della grazia concessa da Dio e corrisposta dall’anima. Questi principi sono incontestabili.
Tutto dunque si riduce a trovare un mezzo facile per ottenere da Dio la grazia necessaria per diventare santo: proprio questo mezzo voglio indicarti e dico che per trovare la grazia di Dio, bisogna trovare Maria » (7).
L’efficacia della Mediazione materna di Maria, del suo Cuore Immacolato e il ruolo decisivo di una vita e devozione mariane solide per la santificazione sono spiegate plasticamente dall’istruttivo racconto delle della “Scala bianca” vista da frate Leone, come si legge nei Fioretti di san Francesco:
« Apparve al santo frate un campo sconfinato e in esso tanti confratelli che dovevano raggiungere il cielo. C’erano due scale, una rossa e una bianca. Sulla rossa accanto a Gesù c’era san Francesco che invitava a salire. E i frati intraprendevano fiduciosi la salita, ma poi cascavano, chi dal primo, chi dal secondo, chi dal terzo scalino. Ed anche quei pochi che sembrava avessero raggiunto faticosamente la cima, eccoli anch’essi cadere giù. Allora il serafico Padre incoraggiava i suoi figli: “Fiducia, fiducia, correte alla scala bianca”. Lì, bellissima, la Vergine Immacolata invitava i sui protetti e questi, oh! meraviglia, salivano tutti agevolmente fino alla cima » (8).
Alla luce di queste riflessioni si può ben dire che la consacrazione, cioè la via della devozione mariana più pienamente capita e più perfettamente praticata, è il Trionfo del Cuore Immacolato che avviene nei cuori degli uomini. Il cuore consacrato è votato a diventare come il Cuore Immacolato di Maria: senza peccato, pieno di grazia, pieno di divino amore. Ed è per questo che coloro che vivono la loro consacrazione testimoniano il Trionfo che si è già compiuto in loro.
Note:
1) L’esistenza di un peccato sociale è affermata dal Magistero ordinario della Chiesa. San Giovanni Paolo II, nell’Esortazione Apostolica Pœnitentia et reconciliatio, difende la legittimità dell’uso del termine ed elabora una approfondita dottrina del peccato sociale (le “strutture di peccato”). Si può parlare in senso analogo di peccato sociale (analogo perché il soggetto del peccato è sempre il singolo individuo) per certe situazioni o comportamenti collettivi viziosi, che sono comunque il frutto e la concentrazione di molti peccati personali. Detto peccato sociale possiede una forza di trazione al male e distruzione morale e spirituale (oltre che materiale per le conseguenze distruttive che ridondano sulla terra stessa) nettamente superiori al peccato individuale (cf E. Colom – A. R. Luño, Scelti in Cristo per essere santi. Elementi di teologia morale fondamentale, Studi, Roma 1999, pp. 344-345).
2) SK 668.
3) P. Corrêa de Oliveira, La devozione mariana e l’apostolato contro-rivoluzionario.
4) VD 152-164.
5) VD 168.
6) Si tratta di una sorta di “compendio” del Trattato, ad esso cronologicamente posteriore. In sostanza non dice nulla in più rispetto al Trattato ma il suo valore sta sia nel fatto di saper presentare in modo sintetico, più agile e schematico, la dottrina della consacrazione mariana elaborata nel Trattato, sia nell’essere un’operetta della maturità del Santo, per cui la maturazione spirituale e una più chiara e illuminata penetrazione del mistero lo conducono a connessioni e riformulazioni interessantissime e anche originali per certi aspetti, come le righe che ho citato sopra. Un invito a tutti a non perderne la lettura e la meditazione, dunque!
7) SM 3-6.
8) Padre S. M. Manelli, FI, La devozione alla Madonna. Vita mariana alla scuola dei Santi, Casa Mariana Editrice, Frigento 2010, p. 35.