Carissimi fratelli e sorelle, desidero annunciarvi una lieta e felice notizia. La notizia è questa: in verità, non esistono problemi! Le cose non stanno esattamente così ovviamente ma, in realtà, non sono molto diverse. Si può dire con verità così: i problemi ci sono ma sono molto, molto meno di quello che noi pensiamo. Desidero spiegarvi questa cosa che sembra assurda e fuori da ogni logica ma è proprio come dico. Se volessimo dirla tutta, dovremmo dire che gli unici problemi sono il cattivo uso della libertà: innanzitutto nostro e poi degli altri. Al di fuori di questo, non esiste altro problema. E sapete perché? Perché QUALSIASI ALTRA COSA È SANABILE E RISOLVIBILE DAL SIGNORE. Egli non ha potere solo sulla nostra libera volontà, semplicemente perché così ha voluto altrimenti lo avrebbe anche su quella.
A questo punto desidero fare un discorso molto concreto e pratico. Non ho nessuna intenzione di annoiare né voi né me stesso. La maggior parte – o meglio quasi la quasi totalità – di cose che noi riteniamo “problemi” in realtà non lo sono perché Gesù può risolverli. Quali sono le cose che, di solito, ci affliggono e che noi riteniamo gravi problemi? Per esempio una malattia o la povertà causata da un crollo economico. Ebbene c’è una buona notizia, cari fratelli e sorelle!
Se leggiamo il Vangelo e se guardiamo la vita dei Santi, soprattutto predicatori o eremiti, dobbiamo riconoscere che questi problemi sono nulla davanti al potere di Dio! Gesù Cristo lo esercitava ordinariamente nel corso del suo ministero pubblico e nel corso dei secoli i suoi veri discepoli, nel suo nome e forti della Sua autorità, lo dispiegavano in modo oceanico. Nel Vangelo Gesù ha sempre interpellato la fede di tutti gli sventurati che si presentavano da Lui.
«Attenzione a dare per scontato che Dio non voglia la guarigione… “Vabbè, su” – come si dice – “basta che non è una cosa grave: ci puoi convivere con le medicine? Vabbè, su, È LA VITA”. Ma che la vita? Ma dove sta scritto nel Vangelo questo? Questa non è dottrina Cattolica. È la dottrina “dell’andiamo avanti”. Quando mai Gesù alle persone malate ha detto così: “E dai, su, è la vita… Dai, vai avanti sereno, cerca di fare il possibile, ti aiuterò in qualche modo”… Mai c’è questa cosa nel Vangelo» (Don Roberto Liani).
Al contrario, ogni volta che qualcuno, con qualche malattia o indemoniato, andava dal Signore a chiedergli liberazione e guarigione, Gesù ha sempre interpellato la fede di queste persone con domande del tipo “Credi di poter essere guarito… Vuoi guarire?” e, ogni qualvolta la risposta era affermativa, GESÙ COMPIVA IL MIRACOLO. Badate bene, fratelli e sorelle: OGNI VOLTA e non solo qualche volta! Insieme alla fede, Gesù interpellava anche la volontà di quelle persone a VIVERE SECONDO DIO, il che significa secondo la sua Legge, togliendo di mezzo ogni peccato nella loro vita. La cosa che Gesù spesso dice nei Vangeli a seguito di un miracolo è: “Va e non peccare più perché non ti accada di peggio”.
Di conseguenza, fratelli e sorelle, fosse anche un problema economico piuttosto che una malattia o qualsiasi altro genere di sventura – come qualche problema maleficio o maledizione, oggi cosa molto frequente – ricordiamoci sempre di una cosa: tutte queste sono conseguenze dell’impero e del regno di Satana ma il regno di Satana è pur sempre il regno di una creatura mentre il regno di Dio è il regno del Creatore che è più potente di Satana. Pertanto, coloro che DECIDONO DI VOLER ATTIVARE LA POTENZA DI CRISTO attraverso una fede certa ed incrollabile e una volontà di bene che si opponga fermamente ad ogni peccato, sono più potenti non solo di Satana personalmente ma di tutte le conseguenze che promanano dal Regno di Satana tra cui ci sono quelle menzionate.
Tutto può essere risolto, guarito, liberato, purificato e salvato da Gesù, vero Dio oltre che vero uomo, fratelli e sorelle: TUTTO! Chi ha dato per noi il suo Sangue, come non ci darà ogni altra cosa che non può che valere di meno?
Ma adesso si pone una domanda radicale, davvero seria: noi ci crediamo? Crediamo che Dio può ogni cosa non in senso generale, per gli altri magari ma che può e vuole esercitare la sua potenza misericordiosa per guarirci e liberarci da quel male particolare che ci affligge? Si o no? In molti, troppi casi la risposta è no: questa è la verità!
Adesso vi faccio il discorso in modo ancora più netto e chiaro. Davanti a qualsiasi problema della nostra vita (per ora eccetto il problema della cattiveria altrui che ci ricade addosso, ci ritorno dopo), come quelli prima menzionati, NOI ABBIAMO TRE POSSIBILITÀ, non di più né di meno. Due sono possibili e corrette, una è sbagliata e devastante.
Partiamo da quella sbagliata. L’unica cosa sbagliata che non dovremmo mai fare e che purtroppo è quella più comune davanti a un problema è scoraggiarci (quando va “bene”) e disperarci (quando va peggio). In preda alla disperazione, si diventa più o meno preda di Satana e, dove si è preda della disperazione non penetra la luce di Dio, non penetrano pensieri veri; di conseguenza si arriva ordinariamente a fare cose sbagliate, anche molto sbagliate. Nella maggior parte dei casi ciò si concretizza nel voler risolvere un problema “a modo proprio”, come si dice, vale a dire facendo tanti compromessi col male: dire bugie, accettare cose illecite, commettere ingiustizie, fare immoralità, ecc. guidati da questo pensiero, ispirato dal diavolo: “Vabbè, me la devo risolvere io. Costi quel che cosi. Il fine giustifica ai mezzi”. Questo atteggiamento è il frutto marcio della disperazione che viene dalla incredulità e il padre di tutto questo è satana.
Molto spesso poi, oltre che dall’incredulità, questo comportamento e questa falsa soluzione viene dal fatto che NON SI VUOLE CAMBIARE VITA perché, interpellare la fede, quella vera ovviamente, quella informata dalle opere, non la fede-chiacchiere, significa mettersi sulla rotta dei comandamenti di Dio, del suo Vangelo, spezzare i legami di quel peccato, troncare con quel vizio e, tanto spesso, non si ha nessuna voglia di farlo!
Ecco perchè questa soluzione sbagliata – che sarebbe l’unica da non scegliere in presenza di un problema nella nostra vita – è anche quella più comune. Ecco perché ci pare sempre di essere sommersi dai problemi come da una valanga che si alimenta progressivamente. Dice il detto popolare, sempre vero, infallibile: chi semina vento raccoglie tempesta. Dal vento delle scelte e dalle azioni cattive può venire solo la tempesta della devastazione materiale e spirituale. Certo! È ovvio! Effettivamente siamo sommessi dai problemi perché la quasi totalità delle persone, persino tantissimi “cristiani”, va su questa strada di rovina. Se invece scegliessimo una delle altre due vie possibili e giuste il mondo sarebbe rinnovato. E dal momento che è inutile che pensiamo agli altri, incominciamo a fare il discorso a noi stessi. Vi espongo queste due soluzioni.
Sostanzialmente, davanti a un problema che sorge noi sempre dobbiamo essere illuminati da questo pensiero: questa problematica – come per esempio una malattia, un maleficio, un problema economico – NON È PER LA MIA ROVINA MA PER LA GLORIA DI DIO! È quello che disse Gesù in occasione della malattia – e poi della morte – di Lazzaro. In effetti, la malattia e la morte di Lazzaro servirono non per la sua rovina ma per la gloria di Dio perché furono l’occasione di un grande miracolo che portò anche alla fede tantissime persone. Ecco il nodo, fratelli e sorelle! Ecco il punto decisivo! Noi dobbiamo credere fermamente che i problemi che sorgono nella nostra vita sono occasioni per la gloria di Dio e non colpi di scure che ci piombano sul capo per la nostra rovina! Dov’è la nostra fede nel potere misericordioso di Gesù, il nostro Salvatore?
Questa sentenza di Gesù, carica di speranza, vale in due sensi. Se noi abbiamo fede, fratelli e sorelle (e questa cosa la dobbiamo dire a chiare lettere perché questo ci dicono i vangeli e questo ci dicono le vite dei Santi taumaturghi, allorché incontravano persone disposte a credere e cambiar vita) i miracoli ACCADONO davvero! Si può guarire da un male! Si può guarire da una malattia! Se Gesù Cristo ha potere sulla vita e sulla morte, volete che non abbia potere su una malattia? Volete che non abbia potere su un cancro? Volete che non riesca a farvi venire fuori da una brutta situazione economica? Gesù Cristo può tutto e i vangeli ci dicono che, quando un miserabile si presentava a Lui, Egli interpellava unicamente la fede, non faceva discorsi del tipo: “Mi dispiace, nel tuo caso è meglio che non faccia il miracolo, è meglio che resti malato o senza soldi”. Se Gesù trovava la fede, il miracolo avveniva. Sempre!
Fratelli e sorelle, sono convinto che nella stragrande maggioranza dei casi in cui non avviene un miracolo di Dio – quando ne abbiamo davvero bisogno e non per il gusto di chiederlo – è per colpa della nostra incredulità. Prendiamo atto di questo non per scoraggiarci ma per cambiare atteggiamento. L’altra cosa necessaria richiesta da Gesù è la ferma volontà di uscire da condizioni di peccato a volte inveterate e che spesso sono proprio la causa di quei mali che deploriamo e per i quali peniamo. Siamo veramente disposti, davanti a un problema che ci supera, a CREDERE FERMAMENTE che Dio può risolverlo e a metterci sulla via dei suoi comandamenti a 360 gradi se non lo siamo? (e molto spesso non lo siamo). Siamo disposti a lasciare quel peccato che per anni ci portiamo dietro e che è diventato un po’ come il nostro giardino segreto in cui nessuno può e deve entrare, neppure Dio? È per queste due cose che non avvengono i miracoli, fratelli e sorelle! Motivo per cui si passa, di conseguenza, per calvari esagerati di anni e anni che, alla fine, possono sfociare nella disperazione.
Questo è il primo senso in cui possiamo leggere un problema come occasione. E c’è da pensare che Dio voglia fare tanti miracoli. È sempre stato così quando ha trovato la fede. Anche perché non solo in questo modo il Signore può esercitare la sua tenerezza, il suo amore misericordioso verso i suoi figli per i quali ha tanta compassione ma anche perché, miracoli di questo genere – come guarire inspiegabilmente da una malattia – diventano occasione di conversione per tante persone. È testimonianza della verità del cristianesimo e della divinità di Cristo e della Chiesa cattolica. È vangelo vivo che parla più di 1.000 prediche. Diventa. È una grande occasione per l’evangelizzazione. C’è seriamente da pensare che il Signore voglia scuotere tante persone dall’ateismo odierno anche con grandi miracoli. Spesso, troppo spesso, siamo noi l’impedimento, l’ostacolo all’avveramento di questi miracoli. E dunque all’evangelizzazione.
Ciò detto, c’è un altro senso in cui possiamo considerare un problema come un’occasione di grazia. La via della sofferenza redentiva non è annullata da questo discorso che ho appena fatto. Dice San Paolo nella Lettera agli Ebrei che senza effusione di sangue non c’è remissione dei peccati. Sempre San Paolo, nella lettera ai Colossesi, dice di completare nella sua carne ciò che manca ai patimenti di Cristo. Ebbene, Gesù partecipa il suo potere di redenzione agli uomini. Non ha voluto fare tutto. Egli ha acquistato il tesoro della grazia, di tutte le grazie per la salvezza di ogni uomo ma, l’applicazione delle grazie e dei meriti di Cristo, spetta a ognuno di noi nella misura in cui partecipiamo, ci immedesimiamo alla Croce di Cristo. Più si soffre offrendo la sofferenza consapevolmente, con amore, con spirito e intenzione soprannaturale, più attivi ed efficaci collaboratori di Dio e ministri di salvezza si diventa.
Capite? Ecco perché i santi volevano soffrire. Per la loro grande fede, erano entrati in una dimensione totalmente soprannaturale, per cui questa verità l’avevano capita non in teoria ma la sentivano viva nel loro spirito. E quale opera più grande ci può essere su questa terra di essere collaboratori di Dio nel salvare gli uomini, nello strapparli dal potere di Satana, nello scioglierli dal potere del peccato e nel liberare ogni cosa creata dal contagio del male? Tutto questo fanno i cristiani-redentori che consapevolmente accettano, anzi desiderano la sofferenza e la offrono al Padre in unione alle sofferenze di Gesù. Le forme possono essere tante, anche quella di una malattia da cui si sceglie di non voler guarire non per masochismo o pazzia ma per poter USARE QUESTO POTERE REDENTIVO in modo più radicale ed essere operatori di conversione, guarigione, liberazione per tante anime che sono schiave del male e rischiano l’inferno eterno. In questo senso possiamo capire la sofferenza negli uomini e nelle donne di Dio. Altrimenti potremmo chiederci: “Ma perché per loro non c’è stato il miracolo? Avevano forse una fede debole?” Certamente no! Ma nella loro grande fede e nel loro grande amore l’hanno accettata perché hanno veramente voluto essere collaboratori di Dio in questo senso. Fratelli e sorelle, più si soffre offrendo più si è collaboratori di Dio, altrimenti… non ci illudiamo. Anche le nostre preghiere e tutto il resto che possiamo fare avrà un’efficacia ben ridotta e non possiamo essere salvatori insieme a Gesù Salvatore.
Tuttavia – e questo dobbiamo dirlo chiaramente – questa non è l’unica scelta che si può fare. È la scelta più eroica, in qualche modo. Ma resta valido quello che dicevo poc’anzi e che cioè, quando abbiamo un problema, un dolore, una sofferenza, possiamo – sempre che lo vogliamo – presentarci a Gesù con quell’atteggiamento di quei tali che troviamo nel Vangelo o di quegli altri che andavano fiduciosi da un grande santo taumaturgo (come poteva essere Sant’Antonio da Padova, San Charbel, ecc.), fiduciosi di essere guariti. Perché no? Perché pensare sempre che Dio non voglia la nostra guarigione? Questo non è vero.
Ciò detto, dobbiamo riconoscere che forse è vero quanto dicevo in apertura, cioè che IL PROBLEMA PIÙ GRANDE NON SONO I PROBLEMI MA NOI STESSI: NOI STESSI SIAMO IL PROBLEMA o perché non abbiamo fede (e neppure vogliamo averla perché ci spaventa, in qualche modo, ci spaventa quello che potrebbe avvenire se la esercitassimo…) o perché, peggio ancora, non vogliamo cambiare vita. Così a volte si approda a questa balorda decisione: “Preferisco continuare così, tirando avanti alla meno peggio ma io, quei peccati, non li voglio lasciare e so che con Dio questa roba non posso conservarmela”.
Fratelli e sorelle, se invece scegliessimo la via della fede abbinata alla volontà ferma di troncare con ogni comportamento vizioso e con ogni peccato allora VEDREMMO DAVVERO MIRACOLI NELLA NOSTRA VITA o, come seconda possibilità, riceveremmo da Dio una tale luce – come è successo per tanti Santi – per capire e accettare amorosamente una certa sofferenza senza volerne la liberazione. Si pensi a Santa Chiara, inchiodata ad un letto di dolore e di malattia per più di vent’anni o a Santa Bernadette Soubirous, ecc.
Eppure nella Chiesa, fin dai primissimi tempi, sono sempre avvenuti anche miracoli, segni e prodigi straordinari sia per beneficare gli sventurati sia come potente mezzo di evangelizzazione per la conversione degli increduli. Siamo disposti a entrare in questa dimensione? O siamo tanto insipienti da preferire la prima strada che è l’unica che non va mai percorsa? Quella dello scoraggiamento, della disperazione e del conseguente compromesso col male che non risolve anzi i problemi ma li accresce in numero ed intensità?
Fratelli e sorelle questa non può chiamarsi catechesi. È stato un annuncio, un lieto annuncio, uno SQUILLO DI TROMBA. E devo riconoscere che non avrei mai potuto elaborare queste riflessioni senza aver ascoltato un paio di interventi, soprattutto uno, di Don Roberto Liani, un sacerdote che esercita il suo ministero a Roma che dice queste cose molto meglio di me e che mi ha veramente scosso in senso positivo facendomi capire degli aspetti che non coglievo e vedere delle cose che non vedevo.
Adesso, fratelli e sorelle, tocca a ciascuno di noi far maturare queste riflessioni e, soprattutto, prendere una ferma decisione in direzione della fede e della volontà di bene e di vita nella grazia di Dio non a chiacchiere ma con propositi efficaci per staccarci concretamente da certi condizionamenti e comportamenti peccaminosi. Fatto questo, fratelli e sorelle, CAMBIA TUTTO, cominciano davvero ad accadere meraviglie straordinarie e i miracoli diventeranno persino come il pane quotidiano.
Se oggi ci rammarichiamo e diciamo: “Ma perché in passato succedevano tanti miracoli nella Chiesa e oggi queste cose le vediamo solo nei Santuari mariani ma nell’ordinario no?”, la risposta è questa: la fede è quasi scomparsa dalla terra e questo anche perché, chi dovrebbe predicarla, non lo fa anzi la stravolge. Inoltre le persone, anche i cristiani, non vogliono smetterla di peccare e peggio ancora non voglio riconoscere che quello che fanno è peccato, giustificandolo in ogni modo così da presentarlo sotto una falsa luce di virtù e di cosa positiva.
Questo è propriamente PECCATO CONTRO LO SPIRITO SANTO e, così, siamo noi a rendere Dio assente e inattivo mentre Lui, potenzialmente, potrebbe e vorrebbe essere presente e molto attivo ma rispetta la nostra libertà.
San Giovanni battista, presentando il Messia, dice: “Ecco colui che toglie i peccati del mondo”. In verità, Colui che toglie i peccati del mondo potrebbe anche togliere i problemi del mondo ma i problemi del mondo non li può togliere perché ha deciso di non togliere all’uomo la sua libertà. Dal momento che usiamo male la libertà, rendiamo più attivo il regno di Satana che il regno di Dio nel mondo e, dove dilaga il regno di Satana, possono solo dilagare anche i problemi! Satana illude di togliere i problemi del mondo (come, del resto, farà l’anticristo quando verrà) ma in realtà non li toglie affatto e anzi gode nel dare problemi agli uomini che egli odia. Ma tanti uomini sono così stolti che addirittura, davanti ai problemi, non solo non vanno con fede a Dio ma Lo bestemmiano esplicitamente o subdolamente, ogni volta che si cova dentro rancore e sfiducia verso di Lui. E così gli uomini diventano “atei pratici”, peggio ancora sono i cristiani a diventare tali e, anche se non formalizzano il loro ateismo, non credono veramente in questo Dio buono e Padre che ci ama e ci vuole aiutare.
Fratelli e sorelle, resta quell’ultima cosa di cui vi avevo detto che vi avrei parlato in seguito. Quando un problema sgradito è suscitato dalla cattiveria o almeno dal cattivo uso della libertà altrui, cosa fare? Non c’è soluzione? Insomma, quando una persona deve soffrire per gli errori degli altri, cosa si fa? Pensiamo a un figlio che deve soffrire per le magagne dei genitori che hanno perso la testa e spaccano una famiglia divorziando. Ebbene si, a questo punto le cose sono più difficili ma ANCHE IN QUESTO CASO C’È LA BUONA NOTIZIA CHE NULLA È PERDUTO. Dicevamo che il Signore rispetta la libertà umana per cui la risoluzione di problemi del genere, purtroppo, non può avvenire come nel caso di una guarigione miracolosa perché il Signore non travolge la libertà umana. Però c’è una luce e una speranza perché il buon Dio, anche in questi casi, non vuole che noi siamo nel pessimismo e siamo vinti dal pensiero: “Qui non c’è più nulla da fare”. Mai può essere vero questo. Se Dio è con noi, dice san Paolo, chi sarà contro di noi?
Innanzitutto diciamo che, quando si verifica il caso un coniuge credente e un altro no che porta rovina alla famiglia, c’è la parola di San Paolo nella prima lettera ai Corinzi, capitolo 7 che dice che il coniuge credente santifica quello non credente. Fratelli e sorelle: santifica significa salva! Anche se ci vorranno un po’ di anni e la cosa non è immediata la Parola di Dio è infallibile! San Paolo non è un bravo signore che ha scritto qualcosa più o meno condivisibile: questa dichiarazione è Parola di Dio infallibile. Se non ci crediamo il problema è nostro. Questa è una soluzione. Ma poiché oggi il problema non è solo il coniuge non credente ma le rovine si estendono ben oltre un coniuge non credente… come i figli che fanno scelte disastrose, si rovinano in tanti modi… Oggi veramente non c’è più limite alle pazzie e ai disastri. Ricordiamoci innanzitutto della parola di Gesù secondo cui certi demoni non si scacciano se non con la preghiera e il digiuno. Questo significa che anche i diavoli più ostinati e che pare impossibile allontanare si vincono in questo modo. Siamo disposti ad essere generosi in questo senso? Questo dipende da noi ma la soluzione, anche in questo caso, c’è…
Tuttavia non è tutto. C’è di più. Ricordiamo anche – e questa è uan grande luce di speranza! – che siamo nei tempi in cui i Sacri Cuori ci hanno fatto promesse portentose… e anche qui ci dobbiamo credere perché è Parola di Dio. Certo, non nel senso in cui ciò si intende per la Sacra Scrittura ma si tratta comunque di promesse vere: la suora ungherese Maria Natalia Magdolna, a cui sono state trasmesse da Gesù e Maria, è una vera mistica. I suoi scritti le sue esperienze e rivelazioni sono autenticate da Cardinal Mindszenty (primate d’Ungheria al tempo delle manifestazioni e, di conseguenza, autorità competente per il discernimento dei fenomeni) e il libro delle rivelazioni è stato pubblicato con il nullaosta della Chiesa. Ci possiamo e ci dobbiamo credere. Alla pratica di questi primi venerdì e primi sabati, secondo quella che Gesù chiama la DOPPIA NOVENA, sono legate 33 promesse straordinarie. Quindi anche a questi problemi c’è una soluzione ma non a modo nostro. Ci dobbiamo mettere nelle categorie di Dio. Dobbiamo radicarci sulla sua Parola e sulle sue promesse (anche quelle supplementari oltre a quelle presenti nella Sacra Scrittura) e non seguire i nostri criteri umani. Dobbiamo credere a quello che Gesù e Maria ci rivelano ed avere la buona volontà di obbedire alle loro direttive celesti.
Ciò detto, fratelli e sorelle, il panorama dei problemi non dico che sia esaurito ma abbiamo toccato la maggior parte delle cose che affliggono la vita di un uomo su questa terra. Meditiamo e soprattutto facciamo la scelta giusta perché UNA FEDE GRANDE È UNA VOLONTÀ RETTA (come diceva Padre Pio: “una infallibile volontà di bene”) CHE SI DETERMINA IN MODO TALE DA NON VOLER MAI TRASGREDIRE LA LEGGE DI DIO SU NESSUN COMANDAMENTO RISOLVONO OGNI PROBLEMA. Dobbiamo crederci perché chi ha scelto questa strada testimonia con la vita che le cose stanno esattamente così. Fratelli e sorelle so di aver detto delle cose forti ma… ringraziamo il Signore e facciamoci scuotere – io in prima persona – da queste forti verità. Pregando perchè sia forte la mia fede e per la vostra fede e chiedendo a voi di fare altrettanto, vi auguro ogni pace e bene i Sacri Cuori di Gesù e Maria