Infine, mi sembra bello e opportuno concludere la presentazione delle apparizioni e dei messaggi di Kibeho con la tenera realtà della maternità della Vergine Maria che, in quel luogo e con quella gente, ha trovato delle modalità espressive davvero commoventi, pregne della più squisita sensibilità e tenerezza di una Madre amorevole.
Innanzitutto va ricordato che anche qui la Madonna si è presentata con un titolo. Quando Alphonsine Le chiese, durante la prima apparizione: “Chi sei?”, Ella rispose: « Io sono la Madre del Verbo ».
Gesù, in una apparizione ad Emmanuel trasmette, a mio avviso, un importantissimo messaggio:
« Come è possibile che qualcuno dica che ama Gesù, che lo adora e che vive lontano dal Cuore Immacolato di Sua Madre? Mia Madre è la Madre del mondo ». Anche se solo attraverso un rapido accenno, viene presentato da Cristo in persona il mistero meraviglioso dell’unione spirituale tra Lui e la sua Immacolata Madre e, al contempo, la necessità di nutrire una tenera e profonda devozione mariana per poter essere veri cristiani, di nome e di fatto.
Come accennavo, commovente di queste apparizioni è il clima familiare che la Madonna ha instaurato tra Lei e le alunne della scuola. Di certo, la Madre spirituale degli uomini, sapeva benissimo quanto le ragazze del collegio soffrissero per la lontananza dalle loro madri, dalle loro famiglie. E così Maria prende letteralmente il loro posto, anche per le cose materiali più banali all’apparenza, accogliendo le confidenze e le preoccupazioni delle giovani e dimostrandosi a loro vicina.
Ad Alphonsine, prima veggente, la Madre del Verbo ha rivelato più volte che il motivo principale della sua venuta a Kibeho è stato quello di manifestare tutto il suo amore e la sua tenerezza materne.
Alcuni esempi: durante l’estasi Maria Santissima la prendeva per mano e insieme camminavano per il corridoio. Il linguaggio di Maria era affettuoso e non faceva mancare abbracci, carezze e coccole. Addirittura Alphonsine arrivò una volta a paragonare i colori bianco e azzurro dell’abito della Madonna con quelli delle magliette di due squadre di calcio di sua conoscenza! La Madonna non solo non si offendeva ma anzi mostrava di apprezzare questo modo familiare con cui la veggente Le si rivolgeva.
Non mancarono alcune persone che richiamarono la veggente per il suo atteggiamento e, soprattutto, per l’uso dell’espressione molto familiare e sentimentale di “disi we”, che in francese si potrebbe tradurre “cherie” e in italiano “cara”. La veggente se ne fece un problema e decise di chiedere alla Madonna stessa se quella espressione suonasse come una mancanza di rispetto nei Suoi riguardi.
Ma, sorprendentemente, questa fu la risposta della “Madre del Verbo” e “Madre degli uomini”:
« Quando un bambino non ha niente da rimproverarsi di fronte a sua madre, le dice tutto quello che ha nel cuore. D’altronde Io non mi comporto come gli uomini. Sebbene sia la Madre di Dio, so essere semplice ed umile, so mettervi a vostro agio, molto meglio di quanto sapete fare voi. Voglio, quindi, bene a un bambino che gioca con Me, perché per Me questa è la più bella manifestazione di fiducia e di amore. Tutti quelli che hanno fatto questa osservazione non conoscono i misteri di Dio. Siate come dei piccoli bimbi con Me, perché anch’Io amo coccolarvi ».
Alphonsine si rivolgeva a Maria con il termine francese: “Maman” (mamma), esprimendo verbalemnte quell’amore e quella confidenza verso la Madre del Cielo che ebbe la grazia di percepire e che anche noi desideriamo percepire perchè apportatrice di frutti meravigliosi nell’anima e fonte di autentica gioia e consolazione spirituali.