04_La Santa Casa di Loreto, “in difesa del miracolo”: l’impossibilità del trasporto umano. La testimonianza della Tradizione

Oltre alle solide prove offerte dalla ragione è di fondamentale importanza rilevare che la Tradizione della Chiesa, espressasi soprattutto nei Pontefici e i nei Santi, ha confermato sia l’autenticità della Santa Casa di Loreto (casa di Loreto = casa di Nazareth) che il suo miracoloso trasporto per mani angeliche, facendo fede al racconto tramandato dalla “Translatio miraculosa” di Pier Giorgio di Tolomei.

 

I Pontefici, lungo oltre sei secoli, hanno riconosciuto l’autenticità della Santa Casa in documenti e atti solenni di ogni genere, arricchendo il Santuario di visite, doni, privilegi e indulgenze.

In particolare, nel secolo XX, Benedetto XV ha riconfermato, nella Liturgia, il solenne cerimoniale della miracolosa Traslazione (10 dicembre) e Pio XI, col Breve Apostolico del 15 giugno 1923, ha concesso a Loreto l’indulgenza plenaria “toties quoties”, come quella concessa alla Porziuncola d’Assisi.

Con la Bolla “Inter Omnia ”del 26 agosto 1852 il Beato Pio IX così riassumeva il pensiero della Chiesa sulla Santa Casa:

« Fra tutti i Santuari consacrati alla Madre di Dio, l’Immacolata Vergine, uno si trova al primo posto e brilla di incomparabile fulgore. La devotissima e augustissima Casa di Loreto, consacrata dai misteri divini, illustrata da miracoli senza numero, onorata dal concorso e dall’affluenza dei popoli, riempie tutto l’orbe cattolico della gloria del suo nome, ed è, a buon diritto, l’oggetto del culto di tutte le nazioni e di tutte le stirpi umane ».

« (…) A Loreto si venera quella Casa di Nazareth, tanto cara al Cuore di Dio e che, fabbricata nella Galilea, fu più tardi divelta dalle fondamenta e, per la potenza divina, fu trasportata oltre i mari, prima in Dalmazia e poi in Italia. Proprio in quella Casa la Santissima Vergine, per eterna divina disposizione rimasta perfettamente esente dalla colpa originale, è stata concepita, è nata, è cresciuta, e il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne. Proprio in quella Casa ella, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata la Madre del Figlio Unigenito di Dio ».

Per evidenziare la straordinaria importanza ed unicità della Santa Casa, il Pontefice Leone XIII, nella Enciclica “Felix Lauretana Cives” del 23 gennaio 1894 – scritta in occasione del VI Centenario della miracolosa Traslazione della Santa Casa” – dichiarò: « Questa Casa, come narrano i fasti della Chiesa, non appena fu prodigiosamente trasportata in Italia, nel Piceno, per un atto di suprema benevolenza divina, e fu aperta al culto sui colli di Loreto, attirò immediatamente su di sé le pie aspirazioni e la fervida devozione di tutti, e le mantenne vive nel corso dei secoli (…). Dio volle a tal punto esaltare l’invocato nome di Maria, da dare compimento, in questo luogo (Loreto), a quella famosa profezia: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata” ».

Per cui esortò: « Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto (prodigiosamente) la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanità perduta con il Padre e rinnova tutte le cose ».

Anche i santi sono testimoni della profonda venerazione che la Chiesa da sempre nutrì per questo venerabile luogo della gloria di Dio e della Vergine santa.

Santa Teresina, san Massimiliano Kobe, il beato Piergiorgio Frassati sono solo alcuni esempi.

Santa Teresa di Lisieux, in particolare, che si fermò a Loreto nel suo viaggio in Italia del 1887, nella sua Autobiografia “Storia di un’anima”, così descrisse il rapimento che provò nel ricevervi la santa Comunione:

« Che dirò della Santa Casa? La mia emozione era profonda mentre mi trovavo sotto il tetto medesimo della Sacra Famiglia, contemplando i muri sui quali Gesù aveva posato i suoi sguardi divini, mentre camminavo sulla terra che san Giuseppe aveva bagnato col suo sudore, ove Maria aveva portato Gesù tra le braccia dopo averlo portato nel suo seno virginale […] » (1).

A tutto questo, si aggiunga l’autorevole testimonianza di due anime mistiche della Chiesa cattolica, eminenti ed autorevoli per santità di vita e carisma profetico: santa Caterina da Bologna e la beata Katharina Emmerich.

Nel “Rosarium” di Santa Caterina da Bologna (1413-1463), un testo redatto dalla santa nel 1440 (circa trenta anni prima della narrazione della “Translatio miraculosa” di Pier Giorgio di Tolomei, detto il Teramano), a santa Caterina vene rivelata la vicenda storica della “miracolosa traslazione” della Santa Casa di Nazareth.

Ella, dopo aver riportato “la rivelazione” fattagli da Gesù che fra quelle Sacre Pareti di Loreto la Vergine Maria fu concepita Immacolata ed ivi nacque, descrive sinteticamente le varie successioni del trasporto angelico della Santa Casa di Nazareth:

« Alla fine questa dimora, consacrata prima dai tuoi apostoli che vi hanno celebrato i divini misteri con miracoli, per l’idolatria di quella gente fu trasportata in Dalmazia da uno stuolo di angeli. Quindi, per le stesse e per altre ragioni, portarono questa degnissima chiesa in vari luoghi. Finalmente, portata dai santi angeli, fu collocata stabilmente a Loreto e posta nella provincia d’Italia e nelle terre della Santa Chiesa » (2).

La beata Katharina Emmerich, da parte sua, descrive la miracolosa traslazione con incredibile esattezza. Pur senza averla mai vista, favorita di luci soprannaturali, dichiara che ivi avvenne l’Annunciazione dell’Angelo a Maria:

« Le pareti della Santa Casa di Loreto sono assolutamente le stesse di Nazareth » (3).

E, anche lei, afferma che la Casa di Nazareth fu portata via dalla Terrasanta dagli angeli “in volo”.  In una sua visione vide il prodigio e così lo descrisse:

« Ho visto spesso, in visione, la traslazione della Santa Casa di Loreto (…). Ho visto la Santa Casa trasportata sopra il mare da sette angeli. Non aveva alcun fondamento (…). Tre angeli la tenevano da una parte e tre dall’altra; il settimo si librava di fronte: una lunga scia di luce sopra di lui (…) » (4).

Alla luce di tanti e tali testimonianze, chi senza sfidare la fede e la ragione può avere il coraggio di asserire il contrario di quanto la voce corale di santa Madre Chiesa afferma e reitera lungo i secoli:, che cioè la santa casa di Nazareth fu miracolosamente traslata nel cuore dell’Italia per prendervi albergo e nutrire la fede e la devozione della cristianità che ivi cerca ogni bene ed ogni virtù?

Note:

1) S. Teresa di Lisieux, Storia di un’anima. Manoscritto autobiografico A, § 167.

2) S. Caterina da Bologna, Rosarium, I Mist. Gaud., vv.73 ss., in Messaggio della Santa Casa, (7/2001), p. 211.

3) B. Katharina Emmerick, Rivelazioni, Cantagalli, Siena1968, vol 1, p.140.

4) Idem, Vita di Gesù Cristo e rivelazioni bibliche, cap. IV, pars. II.

Un pensiero su “04_La Santa Casa di Loreto, “in difesa del miracolo”: l’impossibilità del trasporto umano. La testimonianza della Tradizione

  1. Un mistero spirituale che alla luce della fede è verità ma alla luce umana può degenerare.Questo dualismo di pensiero e’ alla prova dei fatti.Negare e non credere non aiuta ma la fede si.Preghiamo per questo perché diventi “Verità di Fede”.
    Gabriele 11.12.2017.

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