23_Una profezia straordinaria ad Anguera: un “nuovo Mosè” e una “nuova terra promessa”?

« Un uomo giusto aiuterà la Chiesa del Mio Gesù. Condurrà il gregge in mezzo a grandi tribolazioni. Lui contribuirà al Trionfo della Chiesa, sebbene lui stesso non vedrà il Trionfo » (messaggio 4.471, 18.5.2017).

Quella riportata è una profezia di tutta rilevanza sebbene, come tante altre di questo genere, misteriosa.

Non bisogna, però, sorprendersi se il linguaggio profetico appare così spesso “criptico” e  oscuro: si tratta di una modalità comunicativa da sempre in vigore della Chiesa e che trova un suo vero e proprio genere letterario nella stessa Sacra Scrittura, vale a dire il genere profetico in cui sono stati redatti diversi libri della Sacra Bibbia.

La profezia non è una didascalia ma necessita di una didascalia. La profezia è sempre preannuncio e richiamo: preavvisa circa il futuro e allo stesso tempo impone un cambiamento nel presente.

La profezia è luce e fuoco; luce che rischiara le tenebre dell’errore e della menzogna, fuoco che accende gli animi e, liberandoli dalla sterile mediocrità e dall’accomodamento in uno stato di tiepidezza stomachevole (cf Ap 3, 15-16), li spinge efficacemente ad amare di più Dio osservandone i Comandamenti di vita.

E’ questo, potremmo dire, il “contesto remoto” di tutte le profezie mariane dei nostri tempi. E’ questo il contesto anche delle straordinarie profezie della Regina della Pace di Anguera che dal 1988 ad oggi ha trasmesso vaticini profetici sorprendenti, delineando il quadro del futuro in maniera così completa che se si volesse confrontare questo evento mariofanico con tutte le apparizioni mariane recenti e non recenti, forse difficilmente se ne troverebbe una che presenti un quadro profetico così dettagliato che, sebbene sia presente e anche molto accentuato in numerosissime epifanie degli ultimi secoli, con Anguera sembra veramente di essere giunti all’apoteosi.

Con la promessa di dedicarmi maniera più accurata alle profezie della Regina della Pace di Anguera in futuro, vorrei qui “en passent” commentare brevemente queste due profezie che non possono non colpire se contestualizzate nel nostro presente, alla luce degli eventi intra-ecclesiali che stanno turbando non poco il mondo cattolico e non.

Ciò detto proviamo a penetrare il significato di questa originalissima profezia.

Il contesto biblico remoto riporta all’Antico Testamento, in particolare alla figura e alla missione di Mosè.

A sua volta questo contesto remoto rimanda ad un contesto prossimo, quello dei due testimoni del libro dell’Apocalisse di San Giovanni (se ne parla al cap. 11)

Innanzitutto abbiamo facile gioco nel rapportare la profezia della Regina della Pace di Anguera alla missione di Mosè.

Come il legislatore e duce di Israele condusse il popolo neo-costituito sul Sinai alle porte della Terra promessa ma egli stesso non vi entrò, così la Regina della Pace prospetta una simile situazione in rapporto a questo “uomo giusto” che avrà l’onore e l’onere di traghettare la Chiesa di Cristo conducendola alle porte della nuova Era del mondo e della Chiesa a lungo profetizzata e preconizzata, quella da Lei definita a più riprese “Trionfo del Cuore Immacolato” (vedi anche il mio articolo: “Che cos’è il Trionfo?”).

Riflettiamo innanzitutto su un primo parallelismo, quello tra la Terra promessa ed il Trionfo del Cuore Immacolato

La tradizione esegetica sia patristica che successiva vede nella Terra Promessa una realtà-simbolo della Gerusalemme celeste, del Regno beato dei Cieli che compirà le figure antiche e soddisferà le aspettative e le brame dell’uomo di eterna felicità.

Questo senso della Sacra Scrittura si dice anagogico perché svela il significato di una realtà alla luce della realtà escatologica da essa adombrata (il senso anagogico della Chiesa, per es., è la Gerusalemme celeste, quella della risurrezione di Cristo la resurrezione di tutti i fedeli nell’ultimo giorno, ecc.), meta finale della storia della salvezza.

Il Paradiso è il premio per coloro che avranno pellegrinato nel deserto di questa vita terrena – simbolicamente racchiuso nello spazio dei 40 anni del pellegrinaggio degli ebrei nel deserto – conservandosi fedeli a Dio e alla sua legge, tra prove e tentazioni, tra travagli e persecuzioni.

La Regina della Pace, ad Anguera, propone indirettamente un nuovo avvincente parallelismo tra la Terra promessa e il Regno di Maria: esso può a ragione dirsi una neo-terra promessa attesa dai giusti o, più precisamente, il più perfetto pegno, in questo mondo, di quella definitiva Terra promessa che attende i santi e gli amici di Dio nell’altra vita.

Si tratta di una “realtà escatologica” perché si affermerà negli ultimi tempi (per delucidazioni sugli ultimi tempi vedi qui: Kibeho: profezie storiche e profezie escatologiche) allo stesso tempo è una “realtà storica” perché si compirà nella storia e non al di fuori di essa; immanente e trascendente allo stesso tempo, qualcosa che si inserisce in questo ordine cosmico ma che avrà il suo sbocco e il suo compimento al di là di esso, quando » i cieli nuovi e terra nuova » (cf Ap 21, 1) soppianteranno quelli vecchi.

Verso questa neo-terra promessa la Chiesa sarà condotta da un misterioso “uomo buono” che, alla stregua di Mosè, accompagnerà il popolo ma non entrerà in questa nuova epoca del mondo. Il perché resta un mistero conosciuto a Dio solo.

Si può inoltre riflettere che, se la profezia cattolica indica il trionfo del Cuore Immacolato come una realtà prossima e gli attuali segni dei tempi ne danno più che sufficiente conferma, allora a rigor di logica anche la figura e la provvidenziale missione di questo uomo buono non devono essere lontani…

Ma chi sarà costui?  E’ possibile saperne qualcosa in più?

Personalmente me ne sono fatto un’idea alla luce di quanto la rivelazione pubblica e le rivelazioni private suggeriscono in proposito.

All’inizio parlavo di un contesto prossimo della profezia di Anguera a cui rimanda la stessa figura e missione di Mosè.

Questo contesto prossimo è costituito dalla figura dei due testimoni del libro dell’Apocalisse (Ap 11, 1-13) e, presumibilmente, la Regina della Pace stava riferendosi ad  uno dei due.

Tanto è stato detto e scritto su costoro. Numerosi Santi, beati e altri testimoni ne hanno parlato in termini di due restauratori, per la fattispecie un capo politico ed uno religioso, il cosiddetto « Papa santo e grande monarca » che condurranno, muniti di carismi e virtù eminenti, il mondo e la storia in una nuova epoca di Pace e Giustizia per un grandioso trionfo storico e visibile della Chiesa e della Fede cattolica​.

Già san Cesario Di Arles (sec. VI), monaco di Lerins e poi vescovo di Arles, con spirito profetico attraversò i secoli e vide, nella luce di Dio, un tempo di unificazione dei popoli nella vera Fede e di risanamento morale, spirituale, culturaledella Chiesa e del mondo, sotto la guida di un capo religioso e un capo politico, santi e restauratori:

« Verrà in soccorso delle province un principe che è stato esiliato in gioventù e che riacquisterà la corona dei gigli. Questo principe estenderà il suo dominio sull’intero universo. Nello stesso periodo ci sarà un grande Papa che sarà eccelso in santità e perfetto in ogni qualità. Questo Papa avrà al suo fianco il Grande Monarca, un uomo di grandi virtù, che sarà un discendente della santa stirpe dei re francesi. Il Grande Monarca assisterà il Papa nella riforma di tutta la terra.

Molti principi e nazioni che stanno vivendo nell’errore e nell’empietà si convertiranno e una mirabile pace regnerà fra gli uomini per molti anni, perché l’ira di Dio sarà stata placata con il loro pentimento, la penitenza e le buone opere. Ci sarà una legge comune, una sola fede, un battesimo, una religione. Tutte le nazioni riconosceranno la Santa Sede di Roma e tributeranno il giusto omaggio al Papa… » (1).

E nel XVII sec., il Venerabile Bartolomeo Holzhauser scriveva:

« Il quinto periodo della Chiesa, che iniziò attorno al 1520 (proprio il periodo di Lutero…!!, ndr.), terminerà con l’arrivo del Papa Santo e del potente Monarca che è chiamato “Aiuto da Dio” perché ripristinerà ogni cosa…

(…) Il sesto periodo inizierà con il potente Monarca e il Pontefice Santo (…) e durerà fino alla rivelazione dell’Anticristo. In questo periodo, Dio consolerà la Sua Santa Chiesa per le afflizioni e le grandi tribolazioni che ha patito durante il quinto periodo. Tutte le nazioni diverranno cattoliche. Le vocazioni saranno abbondanti come non mai, e tutti gli uomini cercheranno solo il Regno di Dio e la Sua giustizia. Gli uomini vivranno in pace e questa verrà concessa perché la gente farà pace con Dio (…).

Con la grazia di Dio, con la potenza del Grande Monarca, con l’autorità del Santo Pontefice e con l’unione di tutti i prìncipi più devoti, l’ateismo e ogni eresia saranno banditi dalla terra » (2).

In conclusione:

come si sarà facilmente notato, la Regina della Pace parla però solo di un uomo buono e, del resto, non precisa se si tratterà di un ecclesiastico o di un laico e così, presumibilmente, nel caso in questione sarebbe preannunciando la venuta di uno dei due “ad modum unius” (cioè come ad uno solo, in rappresentanza anche dell’altro).

A mio modestissimo parere, con queste parole la Regina della Pace stava confermando la promessa fatto cinque secoli prima in una terra non lontana dal Brasile ad una sua figlia prediletta. La terra: l’Ecuador; la figlia prediletta: la Venerabile Mariana de Jesus Torres; la profezia straordinaria:la seguente:

« Pregate insistentemente senza stancarvi e piangete con lacrime amare, nel segreto del vostro cuore, implorando il nostro Padre Celeste il Quale, per l’amore del Cuore Eucaristico del mio Santissimo Figlio e per il Suo Prezioso Sangue versato con tanta generosità e per la profonda amarezza e sofferenza della Sua crudele Passione e Morte, Egli potrebbe avere pietà dei Suoi ministri e porre rapidamente fine a questi tempi infausti, mandando alla Sua Chiesa il Prelato che ristorerà lo spirito dei suoi sacerdoti. Il Mio Santissimo Figlio ed Io ameremo questo figlio privilegiato con un amore di predilezione, e Noi gli faremo dono di rare capacità: umiltà di cuore, docilità alla divina ispirazione, forza per difendere i diritti della Chiesa, e di un cuore tenero e compassionevole, cosicché, come un altro Cristo, egli assisterà i grandi e i piccoli, senza disdegnare le anime più sfortunate che gli chiederanno un po’ di luce e di consiglio nei loro dubbi e sofferenze.

Con divina soavità, egli guiderà le anime consacrate al servizio di Dio nei Conventi, alleggerendo il giogo del Signore il Quale ha detto: “Il mio giogo è dolce, e il mio carico leggero”. Le bilance del Santuario saranno poste nelle sue mani, in modo che tutto sia pesato con dovuta misura e Dio sarà glorificato » (apparizione della Madonna del 2 febbraio del 1634).

Note:

1) Riportata in http://profezie3m.altervista.org/ptm_c2-4.htm. Si veda  anche G. Culleton, The prophets and our times, TAN Books, Rockford 1974; D. A. Birch, Trial, tribulation and triumph, Queenship Publishing, Santa Barbara 1996.

2) Ivi.

2 pensieri su “23_Una profezia straordinaria ad Anguera: un “nuovo Mosè” e una “nuova terra promessa”?

  1. Fra Pietro ma lei crede davvero che Regis parli con la Madonna? Io sono scettica, mi sembra una messa in scena. Cosa glielo fa credere? Sarei curiosa di sentire il suo parere.

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