Complemento biblico-spirituale: perché il calcagno è “ferito” e il ruolo dei consacrati di Maria

Un ulteriore complemento – potremmo dire così – del testo sul Calcagno di Maria, ulteriori precisazioni, sviluppi ermeneutici… insomma, qualche piccola ulteriore nota chiarificatrice. Scrivo in particolar modo ai consacrati di Maria o a coloro che desiderano diventarlo.

Alla luce di quanto scritto, è veramente impressionante e magnifico poter fare questa constatazione, incredibile ma è proprio così: la vita dei consacrati di Maria, la loro identità più intima e la loro conseguente missione è racchiusa in e illuminata da quel verbo ebraico divinamente ispirato (perché è sulla parola originale che riposa l’ispirazione divina): te-schuf-ennù (תְּשׁוּפֶנּוּ). In Genesi 3, 15 vi è il primo vaticinio biblico; è contenuta, in germe, tutta la storia della salvezza e tutte le sue conseguenti dinamiche coestese alla vita terrena della Chiesa e dei suoi figli fino alla consumazione dei secoli. Come in un prisma, questo versetto già così riccamente sviluppato dalla Tradizione, ora mostra altre sfumature cromatiche. No, non è stata detta l’ultima parola. Giusto, meraviglioso, sacrosanto tutto quanto la veneranda e plurisecolare Tradizione ha insegnato finora ma non è tutto e, come per Genesi 3, 15, ciò vale per la Rivelazione in senso generale e più ampio. Non bisogna aver paura di prendere coscienza e di affermare questo, non per gusto di “cavillare” ma perché se Dio vuole donare delle luci bisogna accoglierle. Vuol dire che ne abbiamo bisogno. I consacrati sono lì: te-schuf-ennù. Si, sono loro, i figli prediletti della Vergine…

Ma come è possibile – mi chiedo, sperando di non essere il solo – che una intuizione così dirompente sia passata inosservata? Mi riferisco a quella del Montfort: calcagno=consacrati a Maria, calcagno=consacrati mariani! È una intuizione geniale, prima di lui nessuno lo aveva capito ed affermato. Ebbene: com’è possibile questa “svista”? Fino ad oggi nessuno, sostanzialmente, ne è consapevole. Eppure in tanti hanno letto il Trattato della Vera Devozione a Maria del Montfort ma… quanti hanno prestato attenzione a questa verità meravigliosa, quanti si sono resi conto che “là dentro”, in quel testo, c’è qualcosa di così incredibile? Il cavaliere dell’Immacolata, il grande San Massimiliano Kolbe lo aveva capito ma… dopo di lui? Si è tornati nel “buco nero” dell’abbandono di questa perla profetica che forse, tra tutte quelle contenute negli scritti mariani del Montfort, è una delle più straordinarie.

Ebbene, non è più tempo di ignorare questo dato ma di recepirlo e di svilupparlo, così come Dio concederà di farlo. Ed ecco che, per poterlo fare, per poter recepire e sviluppare questa verità che emerge da questa grande intuizione montfortana (consacrati a Maria=calcagno della Donna), bisogna ritornare a quel proto-vaticinio e lasciare che lo Spirito Santo faccia emergere nuovi e più profondi significati; bisogna permetterGli di spezzare un altro sigillo del libro, usando un’immagine simbolica tratta dal libro dell’Apocalisse. In effetti è cosi: la Divina Rivelazione, quella pubblica, chiusa e compiuta con l’ultima parola dell’ultimo libro della Sacra Scrittura è completa quanto ai contenuti: c’è il libro, è tutto lì, non dobbiamo aspettarne un altro che ci dica altre cose, però… ci sono i sigilli e questi duemila anni altro non hanno rappresentato che, per iniziativa dello Spirito Santo, la rottura di un sigillo dopo l’altro con la conseguente lettura di tante parti di questo libro divino, quello della Divina Rivelazione scritta (Bibbia) ed orale (Tradizione della Chiesa).

Noi, così, abbiamo tra le mani un libro aperto in gran parte ma non del tutto: ci sono ancora sigilli chiusi. Mi pare davvero appropriata questa metafora e sembra di capire che davvero lo Spirito Santo voglia infrangere un altro sigillo. Così sia! Non bisogna temere di scoprirne il contenuto. C’è qualche “nuovo capoverso” che ci è dato di leggere e gustare. Torniamo al nostro punto e scopriamo, così, che l’accezione “ferire” non è erronea perché realmente presente all’interno di quel lemma biblico, in cui sono “contenuti” i consacrati di Maria: “te-schuf-ennù”… Perché solo ora e non prima? Evidentemente perché, nei decenni e nei secoli trascorsi, non era ancora il tempo di sapere ciò che è più rispondente alle necessità spirituali del nostro tempo. Si capisce, così, perché l’accezione “insidiare” sia stata preponderante nei tempi passati, giustissima ma… non basta, c’è qualcosa di più, c’è quest’altra “sfumatura cromatica” da considerare.

Oggi abbiamo bisogno di capire ulteriori verità che illuminino gli accadimenti universali e la vita individuale di tanti di noi. Motivo per cui, dalla divina bontà, ci sono donate preziose luci che erano rimaste come “intrappolate” – mi si passi la metafora – in quella manciata di parole divinamente ispirate (Gen 3, 15); una manciata di parole, si, ma… quale divina potenza! Si tratta di quel primo vaticinio che i teologi chiamano proto-vangelo, il primo annuncio della salvezza. In esso non c’è solo Gesù, non c’è solo Maria: ci sono anche i fratelli di Gesù Cristo, i battezzati, i consacrati mariani… insomma, c’è tutto lì dentro!

Perché è proprio ora il tempo di sapere qualcosa in più? La risposta potrebbe essere semplice: questa, in effetti, è “l’ora delle tenebre”, il tempo in cui i figli della Chiesa stanno vivendo un vero dramma, sul piano globale e su quello individuale. Si tratta di un frangente in cui sta effettivamente, realmente, storicamente accadendo questo: Satana si sta scatenando a tal punto che non solo “insidia” ma giunge a “colpire”, “perseguitare” con somma ferocia l’umanità in generale – per l’odio satanico contro gli uomini, immagini viventi di Dio – e i figli prediletti di Maria in particolare – somiglianza viva dell’Immacolata – perché li odia e li teme più di tutti gli altri!

Quale la ragione di questa paura? Li teme perché sono più dotati sul piano umano? No. Ha paura di loro in quanto sa che stanno lì, in quel Genesi 3, 15 ed hanno una missione eccezionale, come ravvisa in modo ispirato San Luigi Grignion: quella secondo cui, in unione con Maria, con l’umiltà del loro calcagno e con il sostengo attivo del loro operare, pregare e soffrire, sono chiamati a frantumare il capo dell’orgoglioso Lucifero e, così, a far trionfare Gesù Cristo nel mondo attraverso l’avvento del Trionfo del Cuore Immacolato di Maria!

Questa “rivelazione” è stata riservata dalla Provvidenza a noi, uomini e donne degli ultimi tempi (“ultimi” in senso relativo non assoluto come detto più volte ma… “repetita iuvant”); si tratta di una visione soprannaturale sublime che consente di uscire dagli sconforti causati dalle tragedie individuali e familiari, sociali ed ecclesiali, nazionali ed internazionali, da quelle sofferenze talvolta inesprimibili ed indefinibili vissute, su piani diversi, da tante persone di fede sincera.

San Giovanni, al cospetto del libro sigillato, gemeva mentre un angelo gridava: “Chi è degno di prendere il libro e aprirne i sigilli?” (Ap 5, 2). Noi, uomini e donne del nostro tempo, possiamo rallegrarci. Non possiamo e non dobbiamo più piangere. Il Cielo ci ha fatto una grande grazia. Questo sigillo è spezzato, questa luce ci è stata donata e si riversa, come consapevolezza, nelle coscienze dei figli di Maria; sta a noi, ora, accoglierla e farla fruttificare.

Questo sigillo aperto ci mostra come ci siano una luce e una grazia speciali sul pregare, operare e soffrire dei veri consacrati di Maria; c’è, dunque, una missione spirituale e profetica altissima connessa all’identità e alla missione di questi cristiani prediletti che – ecco la buona notizia! – non veine rovinata o impedita dal loro soffrire anzi è attuata e compiuta proprio in virtù di esso. E allora si sappia e si affermi, senza remore né timori – perché non sussiste nessuna “eresia” biblica o dogmatica in ciò che si va dicendo – che quel calcagno è sì insidiato ma in particolare, oggi, è anche  f e r i t o; eppure, nonostante questo ferimento – come già intuiva Jean Guitton commentando i simboli della Medaglia miracolosa – la vittoria sarà di Maria per mezzo del Suo calcagno (“consacrati mariani”). È una verità infallibile, questa, perché “coperta” dalla infallibilità-inerranza biblica (a motivo del dogma dell’ispirazione che rende la Bibbia in ogni sua parte immune da ogni errore).

Siamo sicuri di una sicurezza divina, quindi, quando diciamo che, nonostante la persecuzione feroce e spietata cui vanno soggetti i consacrati di Maria fatta di morsi, colpi, lividi (come rivela lo stesso lemma biblico – shuf – relativo allo scontro donna-serpente), noi sappiamo che “Ella schiaccerà il capo” (Gen 3, 15) di Lucifero e, se siamo davvero di Maria vivendo con sincerità la consacrazione all’Immacolata, con Lei ed in Lei realizzeremo questa missione prodigiosa, soprannaturale e straordinaria e, un giorno, raccoglieremo il premio di tante fatiche ricevendo un tributo di gloria in Paradiso che ora non possiamo neppure immaginare. Se l’Onnipotente, inoltre, ce ne darà la grazia, avremo anche la gioia di vedere in atto quel Trionfo del Cuore Immacolato per il quale stiamo pregando, lavorando e soffrendo!

Adveniat regnum tuum Domine, adveniat per Mariam!

VERSIONE AUDIO

Nota: In questa versione audio c’è una piccola divergenza relativa al termine ebraico: quello nello scritto indica l’azione del serpente contro i consacrati, quello nell’audio l’azione dei consacrati contro il serpente.

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Un pensiero su “Complemento biblico-spirituale: perché il calcagno è “ferito” e il ruolo dei consacrati di Maria

  1. Stavo sistemando alcuni appunti e mi è capitato tra le mani il biglietto con l’indirizzo, l’ora e la data della parrocchia in cui ci fu concesso, nel 2021, di consacrarci al Cuore Immacolato di Maria. La sua email è arrivata nello stesso istante, caro Fra Pietro. La Rivelazione è un processo, alcuni di noi sono lanterne. È l’ora delle tenebre. Grazie per questo meravigliosa riflessione (ma anche per tutte le altre).

    Le posso dire che questa in particolare è arrivata a puntino.

    Viva Maria! Grazia Arcadi

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