Il 13 maggio 1967 il papa Paolo VI pubblicò, in occasione del 50° anniversario delle Apparizioni di Maria a Fatima, una Esortazione apostolica sulla necessità di venerare e imitare la Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa ed esempio di tutte le virtù, la “Signum magnum”. Il titolo del Documento è già un programma dal momento che, come ricordava il Papa, « il portento grande che l’Apostolo san Giovanni vide nel cielo, una Donna vestita di sole, non senza fondamento la sacra Liturgia interpreta come riferentesi alla beatissima Vergine Maria, Madre di tutti gli uomini per la grazia di Cristo redentore » (1).
Il Pontefice, pubblicando l’Esortazione proprio quel 13 maggio 1967, implicitamente ricordava che la Vergine del Rosario di Fatima è proprio l’incarnazione storica del “Grande Segno” visto da San Giovanni e descritto nell’Apocalisse, che fa da controparte all’altro segno “antitetico”, il Drago “rosso-fuoco”, che sintetizza simbolicamente tutta la furia satanica che il nemico di Dio avrebbe scagliato contro la Chiesa ed il mondo lungo l’ultimo secolo di storia (il cosiddetto “secolo breve: 1917-1989”) inaugurato proprio dalle manifestazioni della Regina del Rosario in Portogallo (2).
Anche San Giovanni Paolo II, nell’omelia tenuta a Fatima il 13 maggio 2000, scegliendo per la Messa il passo di Apocalisse 12, offriva la chiave ermeneutica per la vera comprensione del Messaggio-Segreto di Fatima: lo scontro apocalittico tra la Donna vestita di sole e il drago rosso che attenta alla sua vita e alla vita della sua discendenza: « Il messaggio di Fatima è un richiamo alla conversione, facendo appello all’umanità affinché non stia al gioco del “drago”, il quale con la “coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra” (Ap 12, 4) » (3).
Questa prospettiva così significativa pare confermata dalla Profezia cattolica. La storica torinese Cristina Siccardi, infatti, ha ripercorso, nel suo libro Fatima e la Passione della Chiesa, la lunga storia dei complessi rapporti, assolutamente sconosciuti ai più, che legarono la dinastia dei Savoia al piccolo villaggio portoghese dove avvennero le grandiose apparizioni mariane del 1917.
Già la prima regina del Portogallo, Matilde o Mafalda, proveniva infatti da questo casato e, secondo una tradizione, venne sepolta, nel 1157, in una cappella fatta costruire, in onore della Santa Vergine, a Fatima. Qui giunse altresì un altro personaggio sabaudo che, sul finire del XIV secolo, dopo essere scampato a una condanna a morte, percorse le contrade di mezza Europa come pellegrino vagante. Si chiamava Filippo II di Savoia-Acaia e fu lui il padre della monaca mistica Filippina de’ Storgi, vissuta presso il monastero delle Domenicane di Alba, la quale profetizzò gli eventi che si sarebbero verificati dopo quasi cinque secoli.
In quel monastero fondato dalla beata Margherita di Savoia (1390-1464), dunque, il 16 ottobre 1454 avvenne un fatto straordinario. Suor Filippina, in punto di morte, preannunziò alle consorelle che la Madonna sarebbe apparsa a Fatima, in Portogallo. C. Siccardi, risalendo alle fonti, ci fa sapere che la suora, morendo, « parlava […] di un certo mostro d’Horiente, tribulatione dell’Humanità [il Comunismo] ma che sarebbe ucciso dalla Madonna del S. Rosario de Phatima, se tutti li huomini l’havessero invocata con penitentia grande » (4).
Questa straordinaria rivelazione è custodita negli archivi del monastero. La rivelazione è interessantissima non solo perché dimostra che Fatima ha un ruolo di primo piano all’interno del progetto salvifico di Dio per l’umanità e per la Chiesa – evento che Dio ha voluto preannunciare, rivelare così tanto tempo prima del suo compimento –, ma anche perché la rivelazione, con caratteri marcatamente simbolici, presenta la Vergine quale “Donna” dell’Apocalisse (nella simbologia sostanziale), la stessa della Medaglia miracolosa, la stessa di numerosissime altre raffigurazioni mariane che illuminano, in tempi recenti, la di Lei vittoriosa missione corredentiva, salvifica e distruttrice del nemico del genere umano, presentato in questo caso sotto la forma storica del Comunismo, vero e proprio “parto mostruoso di Satana” che avrebbe introdotto così tante rovine nel mondo. La rivelazione, per l’appunto, si colloca nello stessi filone ermeneutico proposto da papa Paolo VI e Giovanni Paolo II. E così la luce profetica che circonda Fatima risplende luminosa e ci rappresenta davanti agli occhi, bellissima, la Corredentrice vittoriosa sul diavolo e sul suo regno di tenebra.
Quella « penitentia grande » di cui parlava suor Filippina de’ Storgi è l’espressione migliore per riassumere, in poche sillabe, la parte dell’umanità in questo meraviglioso piano mariano d’azione, che esplicita la libera accoglienza degli uomini di quella salvezza che Dio ci vorrebbe offrire per la Mediazione materna di Maria. Quella « penitentia grande » è, del resto, la stessa condizione invocata dall’“Angelo castigatore” presente nella terza parte del segreto per scongiurare il castigo incombente sul mondo peccatore e infedele: « Penitenza, penitenza, penitenza! ».
Quel « se » premesso alla « penitentia grande » degli uomini indica l’aspetto condizionato delle promesse di Maria e della liberazione dai mali che affliggono la Chiesa e la terra.
Malauguratamente, la via presa dall’umanità non è stata quella sperata, quella cioè della «penitentia grande», della conversione, dell’obbedienza alle richieste di Nostra Signora:
« Il Cuore Immacolato di Maria, a Fatima, comunicò al mondo intero […] il piano salvifico di Dio per noi, affidato interamente al suo Cuore Immacolato! […]. Ma che cosa hanno fatto, invece, gli uomini?… Invece di corrispondere, e con entusiasmo filiale, a questo piano salvifico di Dio, legandosi quindi al Cuore Immacolato della divina Mamma Corredentrice e percorrendo subito la strada della devozione filiale al suo Cuore Immacolato, gli uomini hanno fatto l’incredibile contro se stessi, ossia essi – come gridò il papa san Giovanni Paolo II con voce possente – “hanno preso la strada tutta al contrario!” » (5).
Lo stesso papa Giovanni Paolo II ha denunciato più volte la situazione spaventosa in cui si trova l’umanità oggi, prospettando la possibilità dell’“autodistruzione” a cui essa va incontro se non fa marcia indietro intraprendendo la via di una autentica conversione (lo ha fatto anche ufficialmente nella Lettera Enciclica Dominum et vivificantem e nella Lettera Apostolica Salvifici doloris):
« Fatima è dunque con evidenza uno spartiacque, in quanto ha spalancato lo sguardo cristiano su questa fase della storia umana […], nella quale è in questione lo stesso futuro dell’uomo e del pianeta. E non è un caso che per la prima volta in un’apparizione mariana la Vergine venga preannunciata da un angelo che esplicitamente si presenta ai veggenti come l’“angelo della Pace” »(6).
La Madonna dimostra anche di avere particolare riguardo per le vicende storiche e per le concrete incarnazioni del male nel mondo (in questo caso il Comunismo empio e satanico) che insidiano la salvezza del genere umano e la resistenza nella Fede della Chiesa di Cristo. A Fatima è “entrata in guerra” non contro il male in modo indefinito e generico, impreciso e aleatorio; la sua denuncia è precisa, puntuale: scopre il male laddove si nasconde, lo identifica, lo chiama per nome e indica la reale natura di fenomeni ideologici che, tentando di camuffarsi, cercano di raggiungere il loro empio obiettivo di inganno delle menti e traviamento dei cuori. Anche in questo, la Regina del Rosario di Fatima è per noi tutti una Madre e una Maestra. Seguirla, obbedirle, affidarsi a Lei è la via della salvezza che va, ad ogni costo, intrapresa.
Note
1) Papa Paolo VI, Esortazione apostolica Signum Magnum, 13 maggio 1967: http://w2.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_exhortations/documents/hf_p vi_exh_19670513_signum-magnum.html
2) « Non c’è dubbio che Fatima ci pone dinanzi un evento di contenuto biblico. Quest’ottica di valutazione appartiene al Santo Padre Paolo VI che, nella Signum Magnum (…), collocò Fatima nel contesto dell’Apocalisse (…). Se nel tempo di attesa del Messia i profeti avevano il compito di sviluppare il processo della Rivelazione che raggiunse il suo compimento in Cristo (…), dopo questo vertice del NT i nuovi i profeti, spesso, sono i santi Padri che hanno il compito di richiamare, di attualizzare, di riconciliare punti di dottrina dimenticati o calati di livello nel costume della Cristianità (…). Certamente Fatima continua a scrivere, nella storia della Chiesa, pagine direi parallele agli scritti di Isaia di Geremia, di Daniele e di San Benedetto, di San Francesco, di San Domenico; anzi penso che in un certo senso siamo di fronte ad un fenomeno profetico molto alto poiché la protagonista è la Sposa dello Spirito Santo e Madre di Cristo, La Quale ha fatto l’umile scelta di tre bambini esattamente allo scopo di evidenziare ancora più la sua presenza operativa a Fatima (…). Dal Cielo un tempo, nel fiume Giordano, era scesa la voce di Dio Padre ad indicare in Gesù Cristo il Figlio suo; era sceso nel Cenacolo lo Spirito Santo in forma di colomba e di fiamme di fuoco; era sceso il Verbo per la nostra salvezza. A Fatima nel 1917, dal Cielo, è scesa la Madonna manifestandosi con sei Apparizioni che si pongono in una prospettiva profetica tale che avvolge la nostra generazione come il guanto avvolgere la mano. Esattamente, Fatima è un evento di attualità superlativa, come chiaramente hanno dato dimostrazione i decenni seguenti, compresi gli anni nostri »: Don N. Castello, La storia di Fatima scritta da suor Lucia, Casa Mariana Editrice, Frigento 20142, pp. 5-6.
3) Papa Giovanni Paolo II, Omelia, Messa per la beatificazione dei venerabili Francesco e Giacinta: https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/travels/2000/documents/hf_jp-ii_hom_20000513_beatification-fatima.html
4) C. Siccardi, Fatima e la Passione della Chiesa, Sugarco, Milano 2013, pp. 38-58.
5) Padre S. M. Manelli, FI, Il Cuore Immacolato di Maria. Meditazioni per ogni giorno del mese di febbraio, Casa Mariana Editrice, Frigento 2017, pp. 119-120.
6) L. Fanzaga – S. Gaeta, La firma di Maria, Sugarco, Milano 2007, p. 80.