E’ il 9 aprile 1994. Siamo in Rwanda, il Paese delle mille colline, precisamente a Kibeho dove c’è un Santuario dedicato alle Vergine Maria, che proprio qui è apparsa alcuni anni prima. Fra i dieci e i ventimila appartenenti all’etnia Tutsi vi si sono rifugiati per cercare scampo alle violenze che infuriano tutto intorno. Ma molti di loro vedono la morte in un terribile massacro commesso da gruppi paramilitari hutu legati al governo e al gruppo etnico che in quel momento era al potere. Un anno dopo le cose sono capovolte, al potere sono andati i tutsi e l’area di Kibeho è diventata un enorme campo profughi in cui sono rinchiusi migliaia di hutu. E’ l’ora della vendetta. Il 22 aprile 1995 e nei giorni successivi l’esercito controllato dai tutsi spara sulla folla, provocando almeno 4.000 morti.
La cittadina è un inferno di corpi straziati e mutilati. Proprio come anni prima, nel 1982, la Madonna aveva profetizzato con assoluta precisione in questo stesso luogo a tre giovani veggenti. Ecco le parole con cui questi, terrorizzati, descrissero la visione: “Un fiume di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, cadaveri abbandonati senza che nessuno si curasse di seppellirli, teste mozzate, un albero immerso nelle fiamme, un mostro spaventoso, un abisso spalancato…”. Un abisso che ha inghiottito l’intero Rwanda e i paesi vicini per diversi anni, in una guerra etnica senza fine.
In questo e nei successivi post, ci dedicheremo a raccontare una delle più sconvolgenti apparizioni mariane contemporanee, la prima in Africa riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa, provando ad entrare nel cuore dei messaggi e moniti che la Madonna ha lasciato in questa terra africana
Andiamo, come prima cosa, all’inizio di tutto. Sono le 12,35 di un sabato, il 28 novembre 1981, siamo in un Collegio gestito da Suore dove si impara a diventare maestre oppure segretarie. Una delle ragazze che studiano qui, mentre stava servendo il cibo a tavola, sente una voce femminile: “Figlia mia,vieni qui”. Alphonsine Mumureke, questo il suo nome, va nel vicino corridoio e vede una donna di incomparabile bellezza vestita di bianco. “Chi sei?”domanda Alphonsine e Lei risponde, in lingua rwandese: “Io sono la Madre del Verbo”. Poi chiede ad Alphonsine di insegnare alle sue compagne a pregare perché esse non sapevano farlo o non lo facevano abbastanza, nonché a tenere in stima la devozione a Maria, loro Madre.
Le compagne del Collegio lì presenti sentono le parole di Alphonsine, ma non quelle della Signora. Si prendono gioco della ragazza prendendola per pazza, così nelle successive visioni lei chiede alla Vergine che apparisse anche a qualche altra ragazza, in modo che tutte potessero credere. E la Madonna l’accontenta. Anche l’amica Anathalie Mukamazimpaka e poi la scettica Marie Claire Mukangango hanno incontri con la Vergine. Nei mesi successivi, poi, altri quattro giovani avranno delle apparizioni: Agnes, Stephanie, Vestine ed Emmanuel, questi i loro nomi. Ma la Chiesa non ha trovato elementi sufficienti per l’approvazione delle rivelazioni da essi ricevute, a differenza di quelle fatte alle prime tre veggenti che invece ha riconosciuto come soprannaturali.
Nella disamina del messaggio, però, faremo cenno anche ad alcuni messaggi ricevuti da questi ultimi veggenti perché ci sono alcuni fatti e parole che meritano di essere riportati. Ad esempio, uno di loro, Emmanuel Segatashya, era animista e prima della Madonna avrebbe avuto apparizioni di Gesù che, secondo i suoi racconti, gli avrebbe insegnato le basi del Catechismo, le verità della Fede, e il Rosario.
Quelle di Kibeho sono apparizioni approvate dalla Chiesa Cattolica. Il 29 giugno 2001, il primo vescovo di Gikongoro – la Diocesi di Kibeho – mons. Augustin Misago, in cattedrale, alla presenza di tutto l’episcopato rwandese e del nunzio apostolico, mons. Salvatore Pennacchio, leggeva il decreto di riconoscimento dell’autenticità delle apparizioni, in cui dichiarava solennemente: “Sì, la Vergine Maria è apparsa a Kibeho”.
Il 31 maggio 2003, poi, alle ore 10,00 del mattino, un fatto eccezionale avveniva. Mentre il Cardinale italiano Crescenzio Sepe, inviato dal Papa ad eseguire la consacrazione del Santuario di Nostra Signora del Dolore di Kibeho, celebrava la solenne Messa con tutti i vescovo rwandesi, aveva luogo, dinanzi ai fedeli lì radunati, il fenomeno della danza del sole che prese a roteare nel cielo, seguito in queste piroette anche dalla luna. Si tratta di un fatto incontestabile, visto, filmato e fotografato da migliaia di persone.
Insomma, si può escludere ogni tipo di suggestione. Durò ben 8 minuti. Un vero e proprio
timbro del cielo stampato a caratteri cubitali su questo Paese e su tutta l’Africa, continente tanto amato da Dio che la Vergine disse alla veggente Marie Claire di essere venuta “perché qui ci sono ancora persone umili, che non sono attaccate alla ricchezza e ai soldi”.