15_La Consacrazione a Maria e il « sigillo del Dio Vivente »

Se il mistero del sigillo del Dio Vivente (Ap 7, 2-3) può essere svelato alla luce della consacrazione a Maria, quali sono le conseguenze di questa identificazione? Di quali verità si fa portatore quel salvifico segno degli eletti?

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Comparando adesso il significato del sigillo-sfraghìs di Apocalisse 7, 2-3 nel suo “sensus plenior” con la teologia della consacrazione, suggerisco qualche riflessione.

Questo sigillo di Maria nell’anima del consacrato determina, anzitutto, un’ appartenenza ed un possesso. Il consacrato è di Maria in modo radicale, Le appartiene, non è più di se stesso. Le si è consegnato una volta e per sempre perché Ella possa fare ciò che piace di lui per la maggior gloria di Dio (1). A questo appartenere a Lei in modo così intimo consegue una speciale presenza della Vergine in e accanto al Suo consacrato. Insieme alla relazione materna se ne instaura anche una mistico-sponsale, generandosi una reciproca appartenenza (il consacrato a Maria e Maria al consacrato) e immanenza (il consacrato in Maria e Maria nel consacrato).  In virtù di questa appartenenza il figlio-sposo partecipa di Maria,  del Suo spirito, della Sua vita intima,  instaura con Lei una comunione di vita e di opere. In ragione di questa reciproca inabitazione il legame tra le due persone, tra Maria ed il Suo consacrato si spinge fino a quel vertice mistico che san Massimiliano definiva con il termine « transustanziazione » (2), suor Lucia di Fatima con l’espressione « assorbimento nel Cuore di Maria » (3), il messaggio di Marienfried  con l’ardito concetto di « mistico scambio del cuore » (4).

Con la decodificazione del « sigillo-sfraghìs » di Apocalisse 7, 2-3 in chiave mariana, arricchendosi di tutti i contenuti offerti dai relativi passi biblici che lo hanno adombrato e preannunciato si evidenzia, inoltre, la carica salvifica di questa Consacrazione. Con essa gli eletti sono davvero predestinati alla gloria della vita eterna ma già su questa terra è loro comunicata un’abbondanza di grazia tale da essere messi in grado di resistere alle insidie diaboliche, scoprendo in anticipo le sue trame segrete. Questa Consacrazione è, altresì, un pegno di celeste protezione che garantirà ai figli fedeli di Maria una speciale immunità anche dal punto di vista materiale oltre che spirituale, in modo tale che dai terribili castighi a cui gli empi e mondani non sfuggiranno, i consacrati potranno invece essere preservati a motivo di una speciale Provvidenza che la loro Signora offrirà in quei terribili momenti.

Come il « serpente di bronzo » (Numeri 21, 4-9) sollevato da Mosè nel deserto “immunizzava” dal veleno dei serpenti gli ebrei che ne venivano infettati durante la loro peregrinazione verso la Terra promessa così, nel pellegrinaggio su questa terra verso il Regno dei cieli, figli prediletti della Santissima Vergine sono resi immuni dal veleno della corruzione morale e  teoretica che infetta la stragrande maggioranza degli uomini, facendoli « marcire nel veleno di satana » (5) .

Vivendo fedelmente la loro Consacrazione, quantunque capitasse loro la sventura di ricevere qualche morso velenoso nell’ambiente di lavoro, in quello scolastico, per strada, attraverso i mass-media, a causa delle compagnie o di persone cattive che fortuitamente incontreranno, saranno presto guariti dalla virtù e dal potere di Maria che già su questa terra comunica al suo « mistico  calcagno » la Sua vittoria sul Male.

Il popolo di Maria tutto a Lei consacrato « segue l’Agnello dovunque Egli vada » (cf Ap 14, 4) perché conserva la verginità-integrità del corpo, del cuore e della mente, non si prostituisce con la « bestia » (Ap 13, 1 ss.) e non riceverà sulla mano destra e sulla fronte il suo « marchio» (cf Ap 13, 16-17) demoniaco con cui sono segnati i figli della perdizione ma saranno « fidanzati immacolati dell’Agnello » (cf Ap 14, 5) e lo adoreranno, ameranno e serviranno in terra e in Cielo per mezzo di questa buona e santa Madre.

Infine lo « sfraghìs » della Consacrazione a Maria, come si è visto, convoca e compatta in un unico corpo spirituale « l’esercito di Maria » militante per i suoi interessi, cioè la gloria di Dio, il bene soprannaturale delle anime e l’instaurazione in terra del Regno di Maria per affrettare quello del Sacratissimo Cuore di Gesù. Questa « armata del Cuore Immacolato », questo popolo mariano-militante è stato preconizzato dalla divina Rivelazione sotto l’immagine del calcagno della donna della Genesi, come insegnato dai due grandi padri della Consacrazione (san Luigi de Montfort e san Massimiliano Kolbe). Con un’audace analogia si potrebbe dire che se con il Battesimo – in virtù del « sigillo-sfraghìs » sacramentale – i battezzati diventano membra vive del corpo mistico di Cristo, « la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di Lui » (1 Pt 2, 9), con la Consacrazione i figli di Maria diventano “quasi” membra vive del suo “corpo mistico” – il Suo « calcagno » (Gen 3, 15) – in modo che, assimilati a Lei, schiacceranno il capo del superbo Lucifero, con il loro agire ed il loro soffrire, a cui seguirà poi il suo « incatenamento » per un tempo indeterminato in cui il suo potere sarà drasticamente ridotto e la sua influenza nel mondo quasi del tutto neutralizzata (cf Ap 20, 2-3).

Sarà quello il momento in cui si udrà il canto melodioso e gioioso degli eletti: « Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai messo mano alla tua grande potenza, e hai instaurato il tuo regno » (Ap 11, 17). Come spiega il sacerdote don Dolindo Ruotolo « queste parole di applauso e ciò che disse l’angelo che posò sul mare e sulla terra farebbero supporre che appena suonata la settima tromba si fosse compiuto il mistero di Dio. Invece, subito dopo, nei capitoli seguenti, si parla di sette portenti, e poi dell’anticristo, e delle sette coppe dell’ira del Signore, cioè degli ultimi grandi flagelli che colpiranno la terra prima del Giudizio finale. È dunque chiarissimo che in questo capitolo si parla di un primo trionfo della Chiesa su questa terra, nella quale il regno di questo mondo diventerà del Signor nostro e del suo Cristo, e che questo trionfo è figura del trionfo finale ed eterno, come i due testimoni che ne sono strumento sono figura di Enoch e di Elia che saranno strumenti del secondo e finale trionfo » (6).

Si tratta del Trionfo del Cuore Immacolato preannunciato dalla Vergine Benedetta nelle sue celesti apparizioni che i suoi consacrati devono attendere e preparare attivamente. Come? Con una vita tutta consacrata a Maria!!

Note

1) San Massimiliano, nell’atto di Consacrazione da lui composto, così pregava la Vergine Immacolata: « io, indegno peccatore, mi prostro ai Tuoi piedi supplicandoTi umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà Tua, e di fare ciò che Ti piace di me e di tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, di tutta la mia vita, morte ed eternità »: SK 1331.

2) Dice testualmente san Massimiliano: « Siamo Suoi, dell’Immacolata, illimitatamente Suoi, perfettamente Suoi, siamo quasi Essa stessa […]. Vogliamo essere fino a quel punto dell’Immacolata che non soltanto non rimanga niente in noi che non sia di Essa, ma che diventiamo quasi annientati in Essa, cambiati in Essa, transustanziati in Essa, che rimanga Essa stessa »: SK 508.

3) « La devozione al Cuore Immacolato di Maria si deve stabilire nel mondo attraverso una vera consacrazione di conversione e donazione. Come nella consacrazione il pane ed il vino si convertono nel corpo e sangue di Cristo, [così con la consacrazione mariana, ndr] siamo assorbiti con l’essere vitale nel Cuore di Maria »: suor Lucia, Gli appelli del messaggio di Fatima, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001, p. 126.

4) « A Marienfried, come coronamento della consacrazione al Cuore Immacolato, la Madonna ci offre lo scambio del cuore con il suo, affinché poi lo Spirito Santo costruisca in noi la vita di Gesù. La trasformazione del nostro cuore di peccato nel Cuore Immacolato di Maria, porta logicamente ad unirci a Dio, lasciandoci possedere come Lei da Gesù. Egli diventa dunque il Vincitore finale. Dio è il trionfatore del cuore degli uomini; e Maria è la porta attraverso la quale Egli entra nei nostri cuori da Trionfatore, dopo che Lei ci ha preparati, con la sua presenza in noi, a diventare degna dimora di Gesù »: S. Farina, Le apparizioni di Marienfried. Un messaggio profetico, Shalom, Camerata Picena 2005, p. 67.

5) Dal messaggio della Madonna del 27 aprile 2014 a Edson Glauber, veggente di Itapiranga.

6) Don D. Ruotolo, La Sacra ScritturaPsicologia, commento, meditazione, vol. 33: L’Apocalisse, p. 316.

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