06_“L’ho vista e ho capito tutto”: la sensazionale conversione dell’ebreo Ratisbonne

Questo 2017 è un anno eccezionale sotto più punti di vista e per più ragioni. Di certo il centenario di Fatima è l’evento di primaria importanza per cui questo 2017 dovrà essere inciso a caratteri cubitali negli archivi storici. Eppure questo anno vede altri anniversari degni di nota, volendomi riferire solamente a quegli eventi di grazia legati a manifestazioni di Maria Santissima.

Si pensi che quest’anno anche la Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane (le apparizioni la noto veggente Bruno Cornacchiola) festeggia i suoi 70 anni, motivo per cui è bello ed edificante scoprire le relazioni che intercorrono tra Fatima e Tre Fontane che Saverio Gaeta ha brevemente inquadrato in qualche sua recente conferenza e di cui desidererei scrivere qualcosa prossimamente.

Quest’anno, ancora, ricorre il 300esimo anniversario dell’incoronazione dell’effige della Madonna di Częstochowa, avvenuta l’8 settembre 1717 (l’anno della nascita della Massoneria!…) che fu un complemento all’atto di re Giovanni Casimiro che, dopo la difesa miracolosa di Jasna Gora nel 1655 durante il “Diluvio svedese”, elesse Maria come Regina della Polonia. La decisione dell’incoronazione fu, inoltre, approvata da Papa Clemente XI che, in tale occasione,  Le offrì anche le preziose corone.

Ma bisogna anche ricordare che, in questo significativo AD 2017, si festeggiano i 175 anni dall’apparizione dell’Immacolata all’ebreo Alfonso Ratisbonne che, a quell’evento eccezionale, deve la sua conversione alla fede cattolica.

Facciamo brevemente memoria dell’evento.

Ratisbonne: chi era costui? Un giovane avvocato ebreo-­francese non praticante ma comunque ostile al cristianesimo, che si trovava a Roma per motivi di salute. Aveva fatto una scommessa con un suo parente convertito, Théodeore de Bussieres, che gli aveva messo al collo la Medaglia e gli aveva fatto recitare la preghiera “O Maria Concepita senza peccato”, ecc.

Alphonse non vedeva l’ora di dimostrare che non sarebbe successo nulla. Ma mentre girava per i vicoli del centro, Il 20 gennaio del 1842, si sentì misteriosamente attratto ad entrare nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte e, alzando gli occhi verso un altare laterale, vide la Vergine Maria « così come è rappresentata nella Medaglia fatta coniare da Caterina Labouré », come spiegherà egli stesso.

Esiste un legame connaturale – si direbbe – tra le due mariofanie, quella dell’Immacolata a Caterina Labourè (Rue du Bac 1830) e quella ad Alphonse, quasi come se la seconda costituisse il prosieguo organico, il prolungamento delle apparizioni ricevute da Catherine, la conferma irrefrangibile dell’autenticità non solo delle apparizioni e dei messagi del 1830 alla Labouré ma pure il sigillo celeste che conferma la missione che l’Immacolata aveva a Parigi inaugurato, come spiegato in tre post precedenti (qui qui qui).

A questo punto, è giunto il momento di riportare la sensazionale testimonianza di Alphonse:

« All’improvviso, mi sentii preso da uno strano turbamento e vidi come scendere un velo davanti a me. La chiesa mi sembrò tutta oscura, eccettuata una cappella, come se la luce si fosse concentrata tutta là. Non posso rendermi conto di come mi sia trovato in ginocchio davanti alla balaustra di quella cappella: in effetti, ero dall’altra parte della chiesa e tra me e la cappella c’erano, a sbarrare il passo, gli arredi che erano stati montati per un funerale. Levai comunque gli occhi verso la luce che tanto risplendeva e vidi, in piedi sull’altare, viva, grande, maestosa, bellissima e dall’aria misericordiosa, la santa vergine Maria, simile nell’atto e nella struttura all’immagine della Medaglia che mi era stata donata perché la portassi. Cercai più volte di alzare gli occhi verso di Lei, ma il suo splendore e il rispetto me li fecero abbassare, senza impedirmi però di sentire l’evidenza dell’apparizione. Fissai lo sguardo, allora, sulle sue mani e vidi in esse l’espressione del perdono e della misericordia. Con quelle stesse mani, mi fece segno di restare inginocchiato. Ma una forza irresistibile mi spingeva verso di Lei. Alla sua presenza, benché Ella non abbia detto alcuna parola, compresi di colpo l’orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica (si, proprio della religione cattolica: sono le parole stesse di Ratisbonne). In una parola, compresi tutto, di colpo ».

Ecco quante cose è capace di operare in un solo istante la Virgo Potens, la Virgo Clemens, Rifugio dei peccatori e Madre di misericordia!:

Qualche minuto dopo Théodeore de Bussieres lo ritrova lì, inginocchiato, prostrato, in lacrime, come se il suo corpo ed il suo cuore si fossero fusi al contatto mediatore della Vergine, trasfigurata dalla luce di Dio (…). Ella non mi ha detto nulla”,  ripeterà poi l’ormai trasformato Raisbonne. Raggiungeva, così, il tutto attraverso il nulla. La pienezza della parola nel il silenzio, il trascendente in questa immanenza che lo penetrava.

Poi? Ratisbonne si convertì e nel 1847 fu persino ordinato sacerdote. Fu prima gesuita, poi membro dei “sacerdoti di Nostra Signora di Sion”. Di questa congregazione fondò una sede in Palestina.

La Madre di Misericordia aveva così, con quell’evento prodigioso, autenticato la sua missione, quella di essere “Donna escatologica” preannunciata dalle Sacre Scritture per il compimento di ciò che di Lei è stato detto: « Ella ti schiaccerà il capo » (Gen 3, 15) come pure: « Tu sola se hai distrutto tutte le eresie nel mondo intero » (dalla Liturgia, Comune della BVM).

Certo convertendo così clamorosamente un ebreo, del resto ostinato, la Vergine Immacolata dava un pegno di quella sua “regale potenza” (Pio XII, Lettera Enciclica Ad Coeli Reginam) che di certo vorrà e potrà estendere in tutto il mondo allorché il Trionfo del suo Cuore Immacolato sarà compiuto; in attesa di quell’evento di grazia, gioia e felicità che ci attende impegniamo le nostre energie e risorse spirituali per preparare e affrettare il benedetto e sospirato regno di Cristo per mezzo di Maria​!

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